ROVIGO – Sono trascorsi senza alcuna osservazione da parte del Comune di Rovigo i termini previsti per legge dopo la presentazione pubblica del progetto di impianto agrovoltaico sottoposto a procedura Via statale da parte del proponente, la società badiese Agrovoltaica (LEGGI ARTICOLO).
“Come Comune non abbiamo richieste specifiche di prescrizioni, e non abbiamo quindi fatto alcuna osservazione in sede di tavolo Via nazionale – dichiara il sindaco del capoluogo Edoardo Gaffeo – in quanto il progetto è stato fortemente rivisto rispetto alla prima presentazione. Cambiano le distanze tra i filari di pannelli, le altezze, le colture del terreno”.
L’azienda infatti, dopo la pubblicazione delle norme tecniche attuative che disciplinano gli impianti denominati agro fotovoltaici ha rivisto l’ipotesi progettuale, in prima istanza presentata all’attenzione della commissione tecnica per la Via regionale, e si è rivolta direttamente al Ministero della Transizione ecologica a gennaio 2022.
Il progetto Corte San Marco prevede la realizzazione di un campo agrovoltaico di potenza installata pari a 49 MWp su terreno agricolo classificato come agropolitano nel territorio comunale di Rovigo a Boara Polesine.
L’ambito interessato dal progetto ha un’estensione di circa 66 ettari, già inserito dal Ptrc della Regione del Veneto privo di alcun vincolo ambientale, attualmente utilizzato per coltura estensiva almente meccanicizzata.
Grazie alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili 20.000 famiglie potranno beneficiare di consumi a zero emissioni di CO2 e verrà mantenuta la produttività agricola del terreno di Boara Polesine.
Durante gli incontri con la cittadinanza il sindaco Gaffeo ha anche anticipato l’interesse per la soluzione del traffico di mezzi pesanti per la frazione di Boara Polesine, non è escluso che il nuovo impianto possa contribuire all’individuazione di una viabilità alternativa mettendo a disposizione parte del terreno che lo separa dall’azienda confinante, l’ex Biofer-Amit, ora Enibioch4 in Aprilia del gruppo Eni, interessato alla produzione di biogas da compostaggio di rifiuto organico.
La relazione agronomica ha modificato la prima ipotesi di coltura a prato polifita specificando l’attività agricola con colture del territorio, meno forzate e più rispettose dell’ambiente, con frumento, orzo, soia. 4 ettari saranno destinati a prato fiorito per incrementare la biodiversità e favorire la produzione di miele in continuità con le colture attualmente praticate nell’area.
La produzione di energia elettrica attesa è di circa 70.700.000 kWh/anno pari al consumo medio annuo di almeno 19.250 famiglie.
“La rivisitazione del progetto lo ha reso migliore – ha concluso Gaffeo – e non c’è stato bisogno di alcuna osservazione, a differenza di quanto avvenuto in fase di richiesta di Via regionale”.