ROVIGO – Un trend di fatturato ormai consolidato e cresciuto negli anni fino ai quasi 6 milioni del 2022 per un reddito netto pari a 135.669,64 euro. La replica di As2 al sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo (LEGGI ARTICOLO) arriva dopo alcuni giorni di riflessione e si focalizza sui numeri prodotti dall’azienda partecipata: una risposta tecnica, quella della presidente Caterina Furfari, agli attacchi politici degli scorsi giorni partiti da Palazzo Nodari e arrivati a mettere in discussione gli affidamenti in house del Comune di Rovigo verso AS2, lamentando di non avere un suo uomo all’interno del Consiglio di Amministrazione, pur detenendo il 25,77% delle quote societarie (LEGGI ARTICOLO).
“L’assemblea dei soci – così la Furfari – ha approvato solo qualche mese fa un bilancio di esercizio in utile, dando continuità a quanto già registrato sin dall’insediamento dell’attuale CdA. I conti in ordine e il piano di sviluppo quinquennale messo sul piatto lo scorso anno non sono però tutto: c’è anche una seconda questione, quella della tutela del lavoro: la cinquantina di dipendenti in organico, molti dei quali figure specializzate, sono un patrimonio professionale per tutta la comunità oltre che un supporto importante per tanti enti locali polesani, ad esempio i piccoli Comuni, che in As2 trovano un partner vicino, sempre presente, fondamentale”.
La presidente evidenzia quanto sia infondata la pretesa del Sindaco nella nota di riscontro indirizzata nelle scorse settimane all’Amministrazione comunale di Rovigo: “L’azienda, a dispetto di quanto dichiara Gaffeo, non è un fornitore di servizi al pari degli altri perché Rovigo e gli altri Comuni esercitano il cosiddetto ‘controllo analogo’, il cui perimetro d’azione è chiarito dalle varie normative vigenti. Il controllo analogo è esercitato congiuntamente dai Soci, che assumono le determinazioni a maggioranza e, come più volte chiarito dalla giurisprudenza, oltre che da ANAC, deve essere verificato secondo un criterio sintetico e non atomistico, per cui rileva quanto dai Soci espresso collegialmente e certamente non la volontà concepita, ed eventualmente espressa con un voto contrario, dal singolo Socio, quale che sia la quota di partecipazione.
Il modello di governance di As2 – prosegue – sta proprio in questo, come rileva anche il Decreto Legislativo 36/2023 supportato laddove non bastasse anche da una nutrita giurisprudenza, nazionale ed europea: la società in house è di fatto una longa manus degli enti soci, e in quanto tale il loro ricorso ai servizi proposti non va a violare in alcun modo il principio di concorrenza, perché esso non si configura quale esternalizzazione del servizio o outsourcing“.