Il territorio boccia un progetto potenzialmente pericoloso che si regge sulla incentivazione da Pnrr. Oltre 250 persone al dibattito pubblico al Teatro Ferrini

Trecenta – La sindaca Anna Gotti ha avuto il merito, non scontato (altri sindaci in analoghe situazioni non l’hanno fatto) d’incontrare la cittadinanza, organizzando un incontro pubblico informativo sul richiesto impianto per la produzione di biometano dal trattamento di rifiuti agricoli che vorrebbe sorgere in via Albarello.

Lunedì 30 settembre, non meno di 250 trecentani e non solo hanno affollato il Teatro Ferruccio Martini, opportunamente presidiato dalle forze dell’ordine coordinate dal maggiore dei carabinieri Paolo Li Vecchi, per quello che si è rivelato un confronto civile, seppur dai toni accesi. L’argomento, del resto, è fra quelli divisivi e si temeva qualche eccesso.

Erano presenti diversi amministratori dei comuni vicini ed i rappresentanti di categoria del territorio, a testimonianza dell’interesse per l’intreccio fra le ragioni dei proponenti e il corale dissenso emerso fra il pubblico per l’impianto per la produzione di biometano dal trattamento di rifiuti agricoli. Lucia Ghiotti, sindaca di Salara, è intervenuta per dire che “Capisco le esigenze della transizione ecologica, ma a prescindere o meno dalla qualità tecnica dei progetti, ne stanno calando un numero eccessivo nel Polesine e nel basso Veneto” riferendosi alla richiesta di autorizzazione per un parco agrifotovoltaico a Salara che tocca pure Trecenta per il fatto che andrebbe realizzata in quel territorio una cabina elettrica per la messa in rete dell’energia pulita prodotta.

Per trattare del progetto agrivoltaico di Salara e Trecenta è intervenuto in collegamento da remoto il tecnico Roberto Carcangiu di “Peridor solar srl”, “L’unica società con la quale abbiamo avviato una conferenza dei servizi” ha affermato Ghiotti.

L’argomento agrivoltaico è scomparso dalla discussione quasi subito, alla luce del fatto che non ruba suolo agricolo, non impermeabilizza il terreno, non è climalterante e nella vesione “avanzata” è auspicato anche dal ministro all’Agricoltura Francesco Lollobrigida che lo ha inserito nell’ultimo DL Agricoltura che vieta, invece, il fotovoltaico a terra su suolo agricolo.

La sindaca Gotti, nel ruolo di moderatrice, ha preliminarmente invitato i presenti a fare “…un processo veramente critico ma costruttivo”, rammentando che questa è una fase assolutamente preliminare per il futuro, non scontato, dell’impiato per la produzione di biometano.

Vale la pena di dire che solo Luigi Lazzaro, presidente regionale di Legambiente, ha manifestato parere cautamente favorevole all’insediamento dell’impianto (seppur con dei distinguo) mentre, Gianni Bregolin di Italia Nostra, ha fortemente criticato il progetto esprimendo contrarietà. Bregolin, pur ammettendo la necessità di ricorrere alle energie rinnovabili per accelerare la decarbonizzazione, ha posto l’accento sugli impatti potenziali in termini di emissioni odorigene e inquinanti e di come questi progetti si reggano solo grazie alla forte incentivazione dal Pnrr.

Se all’ing. Giuseppe Romani è spettato introdurre l’argomento parlando dell’iter autorizzativo degli impianti di energia rinnovabili, gli ingegneri Giammateo Bordignon e Enrico Lanzoni con l’agronomo Lorenzo Maggioni della “BMT8 srl” Società di scopo che ha progettato l’impianto di Biometano hanno ovviamente sostenuto le ragioni a favore della realizzazione.

Fra i numerosi interventi dal pubblico, tutti di orientamento contrario all’impianto, si segnala per l’inattesa moderazione quello dell’ex sindaco Antonio Laruccia, che però ha concluso dicendo “Trecenta non deve salvare il mondo”, invitando i sindaci a chiedere la valutazione di impatto sanitario, “…necessario in quanto l’ipotizzato impianto sorgerà nelle vicinanze la struttura ospedaliera del San Luca”. A latere Laruccia ha comunque espresso la convinzione che la sindaca sia sostanzialmente favorevole alla realizzazione del progetto.

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In conclusione, se l’assemblea pubblica voluta dalla sindaca Anna Gotti per coinvolgere la cittadinanza e trarne eventuali conclusioni che possano orientare anche le scelte del Comune sulla posizione da prendere in merito, ha avuto una risposta abbastanza chiara. E se nel corso della serata è emersa una certa indifferenza sull’agrivoltaico, ben diversa è stata la preoccupazione, per non dire rifiuto, per un impianto di trattamento rifiuti per la produzione di biometano ritenuto dalla maggioranza del pubblico non necessario e soprattutto impattante.

Gli agricoltori, in particolare Riccardo Casarotto (allevatore) ma anche il rappresentante locale di coldiretti Valentino Bosco hanno sollevato anche dissenso “tecnico” su approvvigionamenti e volumi di rifiuti agricoli “…manca un piano del traffico” per alimentare la centrale biometano “… ma il Polesine non è un territorio d’assalto, semmai da gestire con tutte le sue fragilità”.

Significativo l’intervento di una persona che avendo avuto esperienza lavoratva diretta in uno di tali impianti per la produzione di biometano ha sottolineato i limiti e le incongruenze nella loro gestione.

Dopo quattro ore di dibattito, protrattosi ben oltre la mezzanotte, l’assemblea si è sciolta, senza incidenti.

Ugo Mariano Brasioli

One Comment
  1. La devono smettere di buttare i soldi dei PNRR su progetti senza futuro e su valutazioni economiche sbagliate!

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