Ancora un mandato alla guida di Federsolidarietà per Maria Cristina Santi, confermata fino al 2026 dall'assemblea provinciale della federazione, che rappresenta le cooperative sociali di Confcooperative Rovigo

ROVIGO – Ancora un mandato alla guida di Federsolidarietà per Maria Cristina Santi, confermata fino al 2026 dall’assemblea provinciale della federazione, che rappresenta le cooperative sociali di Confcooperative Rovigo. 

Maria Cristina Santi è presidente della cooperativa Laerte e amministratore delegato del Consorzio Veneto in Salute, che si occupa di sanità territoriale. E’ anche presidente di Confcooperative Rovigo dal 2020. 

Un atto di fiducia, che dà mandato alla presidente per realizzare gli obiettivi strategici della cooperazione sociale nel nostro territorio: nei prossimi anni, infatti, le cooperative sociali saranno chiamate a confrontarsi con la coprogettazione sulle risorse per il welfare del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, ma anche a contribuire alla definizione di nuovi strumenti di governance locale efficaci e plurali, a partire dagli Ambiti Territoriali Sociali e i Piani di Zona. Infine, opererà affinchè le imprese sociali lavorino maggiormente in rete e in progettualità che connettano diversi territori e settori. 

Oltre alla nomina della presidente, è stato eletto il nuovo consiglio provinciale, composto da Antonio Lionello, cooperativa Italia Servizi, Maurizio Cappello, cooperativa Elianto, Dario Fabbri, cooperativa RoSa, Beatrice Girotto, cooperativa Peter Pan Group, Stefano Ghezzo, cooperativa B-Life. 

All’assemblea polesana è intervenuto il presidente regionale Roberto Baldo, che ha passato in rassegna le attività svolte da Federsolidarietà Veneto. E’ stato, ha illustrato, un quadriennio molto complesso, segnato in buona parte dalla gestione della pandemia e dai suoi effetti: molte cooperative sono state coinvolte in prima linea sul piano sanitario, ma si mantiene forte l’impegno anche per affrontare le conseguenze economiche e sociali. 

Tra i temi discussi in assemblea, quello degli appalti: spesso ad aggiudicarsi le gare sono cooperative sociali da fuori territorio, di frequente anche di regioni del Sud Italia, premiate dal prezzo vantaggioso dei servizi, anziché per la loro qualità. Occorre dunque coinvolgere le pubbliche amministrazioni in una nuova cultura della sussidiarietà, a partire dagli strumenti di coprogettazione. Su questo fronte, positiva l’esperienza del Comune di Rovigo, che ha recentemente utilizzato questo metodo per una progettualità sui minori promossa dall’assessorato ai Servizi Sociali. 

A concludere i lavori, il direttore provinciale di Confcooperative, Simone Brunello. La cooperazione sociale polesana, ha commentato, ha la necessità crescere su più fronti. Innanzitutto, dimostrandosi “impresa di comunità”, in grado di essere partner del pubblico e degli altri attori del territorio, profit e non profit, per rispondere ai nuovi bisogni emergenti e facendo innovazione sociale. Dovrà inoltre farsi carico di iniziative imprenditoriali per favorire l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, confidando di avere a fianco Comuni e società pubbliche in un patto territoriale finalizzato all’inclusione lavorativa delle persone più in difficoltà. 

Il prossimo appuntamento per i cooperatori sociali polesani è il 26 maggio, quando si confronteranno con i colleghi delle altre province a Padova, in occasione dell’Assemblea regionale di Federsolidarietà. 

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