Elly Schlein a Rovigo: Facciamo rete, insieme, per un futuro più inclusivo

La vicepresidente dell'Emilia-Romagna ha presentato il suo libro "La nostra parte", un invito alla mobilitazione collettiva per abbattere le diseguaglianze, a partire dalla salvaguardia dell'ambiente

Rovigo – Giustizia sociale e salvaguardia dell’ambiente sono intimamente connesse, vanno di pari passo. Agire su questi ambiti significa combattere le diseguaglianze crescenti che oggi, con la pandemia, la crisi energetica, l’aggravarsi dell’emergenza climatica, fanno vivere ai margini o in condizioni di grande difficoltà un numero sempre più alto di persone.

Elly Schlein, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, è stata invitata a Rovigo da Articolo Uno-Liberi e Uguali Polesine per presentare il suo libro “La nostra parte”: un invito alla mobilitazione collettiva per un futuro migliore del presente, più giusto e in equilibrio con il pianeta.

Madre toscana, padre statunitense originario dell’est europeo (il nonno emigrò da Leopoli all’inizio del ‘900), Elly Schlein è cresciuta a Lugano, in Svizzera, ed è poi approdata a 19 anni a Bologna. Era il 2004 e già si era messa in luce negli ambienti dell’attivismo studentesco. “Io sognavo di fare la regista”, ha ricordato anche a Rovigo, e infatti nel 2013 lavorò alla produzione del documentario “Anija-La nave”, sull’esodo albanese verso l’Italia negli anni Novanta, premiato con il David di Donatello. La politica invece ha preso il sopravvento con l’inattesa elezione al Parlamento europeo e poi il successo alle elezioni regionali in Emilia-Romagna, due anni fa.

Elly Schlein ha dialogato sul palco dell’Auditorium del Conservatorio Venezze con Giulia Bacchiega (Legambiente), Giorgia Brandolese (giornalista), Carlo Zagato (Coop Porto Alegre).

Sono intervenuti: Eddi Boschetti (Wwf), Nicola Pizzamiglio (Politropia LGBTI), Marco Nimis (Rete studenti / UDU), Davide Girotto (Caritas).

Sullo sfondo della serata ci sono le parole di Alexander Langer: “La conversione ecologica potrà affermarsi soltanto quando apparirà socialmente desiderabile“.

Da qui l’invito di Elly Schlein: “Dobbiamo fare rete attorno a una visione comune. Il mio è un invito alla mobilitazione collettiva perché la lotta paga sempre”.

Il tema è urgente, l’emergenza sociale e climatica sono in una fase drammatica.

“Quale mondo verrà fuori da questa situazione dipende da noi – dice Schlein – Possiamo unire le lotte per la giustizia sociale e ambientale, attorno a una visione condivisa: ecologista, progressista e femminista insieme“.

“Patriarcato” è una delle parole chiave. Per arrivare a costruire una società più inclusiva, bisogna superare le resistenze di una società che ancora ha solide basi patriarcali, e queste si rivelano nelle disparità e discriminazioni di genere, e rispetto ai diritti e alle rivendicazioni della comunità LGBTQI+.

È in una società inclusiva, osserva Elly Schlein, che le disuguaglianze si riescono a contrastare: “Un linguaggio inclusivo è in grado di parlare a tutte le diversità, significa arricchimento a partire dal contributo di tutti e tutte nella propria straordinaria unicità”.

Sollecitata da Giorgia Brandolese, Elly Schlein ha spiegato un’altra parola chiave del suo libro: intersezionalità, teorizzata dalla giurista Kimberlé Williams Crenshaw: “L’identità delle persone è frutto dell’interazione tra molteplici dimensioni e identità sociali, quindi una stessa persona può subire diversi livelli di discriminazione“. E ha fatto un esempio: “Pensiamo a una donna costretta a migrare a causa della progressiva evaporazione del lago Ciad. Questa donna paga l’ingiustizia climatica, di cui certo non è colpevole, paga perché è donna, con il rischio di subire violenze durante il viaggio, paga perché è povera, ed essendo africana subirà anche il pregiudizio razzista. Quanti livelli di discriminazione è costretta a subire durante e dopo il suo viaggio?”.

Salute, ambiente, istruzione, lavoro sono i beni comuni da proteggere, i capisaldi del futuro. “Il modello economico e sociale che ha imperato negli ultimi decenni è spietatamente individualistico, patriarcale e a favore di un uso intensivo e sfrenato delle risorse. È il momento di unire le lotte per rovesciare questo modello”.

Dunque, “redistribuire ricchezze, sapere, potere (aprendosi a percorsi di partecipazione) e accompagnare la conversione ecologica, restituire dignità al lavoro e superare il patriarcato, realizzando una società inclusiva”.

La classe politica attuale appare distante, la sfiducia è diffusa. “Si è persa la capacità di ascolto”, osserva Schlein, “quel che serve è una vera e propria svolta, per ripartire su basi nuove e diverse. Dobbiamo, insieme, avere il coraggio di cambiare. Le più belle manifestazioni in piazza negli ultimi anni sono nate al di fuori della politica. Mettiamoci insieme, come formichine, per costruire una visione condivisa. Aggreghiamo energie e competenze attorno a proposte coraggiose”.

A partire dalle esperienze virtuose dei territori.

Perché, come ha sottolineato Giulia Bacchiega, presidente di Legambiente, “Se non c’è un intervento deciso sui cambiamenti climatici, i prossimi migranti ambientali potremmo essere noi“.

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