ROVIGO – Associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. A ricoprire i ruoli di promotori ed organizzatori dell’associazione, secondo l’indagine della Polizia di Stato, sono stati un 50enne di Porto Viro (Rovigo) consulente del lavoro ed un 48enne di Padova “avvocato”, entrambi destinatari di misura cautelare in carcere su ordine del Giudice per le indagini preliminari. Sospeso un secondo consulente del lavoro di Porto Viro di 59 anni.
I due entrati in contatto con gli extracomunitari fornivano loro, dietro pagamento del denaro, la documentazione necessaria ad attestare i rapporti di lavoro fittizi.
C’è anche un 48enne di Fiesso Umbertiano (Ro), agli arresti domiciliari. Quale datore di lavoro fittizio, era incaricato di recarsi personalmente (accompagnandosi all’avvocato) negli uffici pubblici dove erano pendenti le diverse pratiche (Uffici Immigrazione delle Questure e Sportelli unici dell’Immigrazione delle Prefetture – in ultimo in quelli di Rovigo e Ferrara) e soprattutto di “rintracciare” ed incontrare gli stranieri da “regolarizzare”.
Lunedì 27 marzo raffica di perquisizioni della Squadra Mobile di Padova nei confronti di 5 indagati (fra cui un consulente del lavoro e un avvocato) residenti nelle province di Padova e a Porto Viro (Rovigo).
78 le persone sul registro degli indagati, 77 gli stranieri, a vantaggio delle quali sono state presentate, in cambio di denaro, numerose richieste di rilascio di permessi di soggiorno per motivi di lavoro (in quota decreto flussi 2020) sulla base di false assunzioni in diverse aziende fittizie con sedi ed unità locali nelle province di Venezia, Rovigo e Ferrara.
L’associazione criminale ha agito a Padova, Rovigo, Venezia, Vicenza, Treviso, Ferrara, Parma, Ravenna e Rimini dal 2020.
A carico degli indagati sono stati ipotizzati il reato di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e quelli di falso materiale ed ideologico.
L’associazione, secondo le indagini, sarebbe stata finalizzata alla formazione ed il rilascio, dietro pagamento di denaro, 2 mila euro a pratica, di un numero indeterminato di atti e documenti falsi (contratti di assunzione, buste paga, ecc.) emessi per il tramite di società appositamente costituite e di fatto non operative al fine di far ottenere il rilascio od il rinnovo di permessi di soggiorno in favore di soggetti stranieri che non ne avrebbero avuto alcun titolo.
L’indagine ha preso avvio sul finire del 2020 a seguito degli accertamenti effettuati dalla Questura di Padova per verificare i rapporti lavorativi dichiarati e documentati da soggetti di nazionalità nigeriana in sede di richiesta di rinnovo e conversione del titolo di soggiorno per motivi di lavoro, essendo emersi dubbi circa l’effettività dei rapporti dichiarati.
In occasione delle prime visite ispettive operate in collaborazione con gli Ispettorati Territoriali del Lavoro di Venezia, Rovigo e Ferrara presso le società individuate (aventi sedi ed unità locali nelle località di Adria, Porto Tolle, Lendinara, e Fiesso Umbertiano – tutte in provincia di Rovigo -, Quarto D’Altino (VE) e Codigoro (FE)), è stata riscontrata la totale assenza di locali e dipendenti.
Nessuna delle attività dichiarate (commercio all’ingrosso di carne fresca, congelata e surgelata, acquacoltura in acqua di mare, salmastra o lagunare, trattamento e rivestimento dei metalli e commercio all’ingrosso di materiali da costruzione) è risultata essere realmente svolta, ciò a fronte di 86 assunzioni operate nel 2020 ed ulteriori 88 nel 2021 (in virtù sia del decreto flussi che delle procedure di emersione).