Sabato 25 e domenica 26 marzo saranno aperte tre ville, tra Rovigo e Pontecchio: Ca’ Salvioni Fracasso, Villa Cappello Rama e Villa Grimani

ROVIGO – L’imminente arrivo della primavera porta con sé uno dei momenti più importanti dell’anno per il Fondo per l’Ambiente Italiano, le ormai celeberrime Giornate Fai di Primavera, che come sempre interesseranno il primo fine settimana di primavera, ovvero sabato 25 e domenica 26 marzo. Si tratta dell’evento principale della Fondazione e insieme alle Giornate Fai d’Autunno è l’appuntamento più importante dell’anno poiché costituisce un momento di raccolta fondi, che sono il motore principale grazie al quale il Fai può continuare la sua opera di salvaguardia del patrimonio italiano: tali fondi infatti vengono destinati al recupero, restauro, valorizzazione degli ormai 72 beni del Fai, di proprietà o ricevuti in concessione. Di questi, ben 54 sono attualmente aperti tutto l’anno e il loro mantenimento è possibile in larga misura proprio grazie alla generosità di chi lascia il proprio contributo durante queste giornate. Ma si tratta anche di una festa. Si festeggiano l’arte, il paesaggio e in generale, il patrimonio culturale e paesaggistico italiano, notoriamente e senza retorica uno dei più belli e preziosi al mondo. 

Emblema di questa simbiosi tra uomo e natura è Villa Caviciana, il nuovo bene della famiglia Fai in provincia di Viterbo che si affaccia sul lago di Bolsena. Villa Caviciana è il primo bene produttivo del Fai, un luogo ameno in cui i vigneti e quindi il paesaggio rurale sono parte integrante dell’ambiente in cui sono inseriti. Il vino prodotto, il lavoro sui campi sono essi stessi il bene da tutelare e l’agricoltura è la tradizione e il valore su cui puntare per una riscoperta del territorio

Da queste riflessioni è stato impossibile non pensare al Polesine e a quanto la nostra terra abbia in comune con la provincia di Viterbo e più di ogni altra cosa quanto sia fondante per noi l’agricoltura. Quale paesaggio del resto ci è più noto, se non quello fatto di campi sterminati? E allora ecco come le Giornate Fai di Primavera 2023 di Rovigo si ricollegano perfettamente al convegno e ne condividono gli intenti: saranno aperte tre ville, tra Rovigo e Pontecchio, in cui la villa altro non è che l’elemento centrale e produttivo attorno alla quale ha ruotato l’economia del Polesine, ovvero l’agricoltura. 

A Pontecchio, le ville aperte saranno ben due: Ca’ Salvioni Fracasso e Villa Cappello Rama

Ca’ Salvioni Fracasso, la cui attestazione risale agli inizi del Seicento, è una tipica villa rustica, di modeste dimensioni, attorno alla quale si sviluppano una serie di ambienti tra cui spiccano l’oratorio la colombaia e le mura che corrono ancora oggi tutto attorno alla proprietà. Si tratta di una casa rurale, utilizzata dalle varie famiglie proprietarie che si sono succedute per coordinare il lavoro nei campi. L’oratorio, restaurato dagli attuali proprietari, ovvero la famiglia Fracasso, presenta ancora diversi punti originali mentre la colombaia, che svetta al centro della campagna, sarà oggetto di interventi futuri. Ca’ Salvioni Fracasso infatti si presenta come un luogo di raccordo tra il passato e il presente, dove l’anima rurale non ha mai cessato di esistere e anzi, costituisce la base per il suo futuro. La famiglia Fracasso infatti è produttrice di un’ottima pasta ma non solo: il progetto per il prossimo anno è quello di dare vita al primo ecomuseo verticale polesano, che troverà il suo spazio proprio all’interno della torre colombaia. 

Villa Cappello Rama è forse il luogo più scenografico. Situato all’incrocio con via Roma, la villa cinquecentesca gioca nei secoli un ruolo fondamentale per la storia di Pontecchio. Primi proprietari furono i Cappello che la conservarono per molti anni, successivamente la proprietà passa di mano ai D’Agostini e sono proprio questi ultimi a dare un’impronta agricola alla produzione che lega questa villa al territorio, in particolare con la produzione della canapa, bene che in Polesine era particolarmente diffuso. Nel periodo fascista e durante la Seconda Guerra Mondiale i suoi spazi saranno dedicati al sociale, come avvenne per molte altre strutture: da scuola a riparo per gli sfollati, anche quelli dell’alluvione del 1951. Anche in questo caso, come nel precedente e come si vedrà per villa Grimani, è presente un oratorio privato, utilizzato come cappella ma anche per ospitare celebrazioni comunitarie. All’interno della villa oggi sono custodite una serie di opere d’arte particolarmente interessanti. Alla memoria di Renato Rama e alla moglie Giuseppina saranno dedicate le Giornate Fai, proprio loro avevano accolto il Fai a Villa Cappello nel 2001, nei primi anni di attività della Delegazione Fai di Rovigo e quando i restauri erano ancora in corso. 

A Rovigo, e più precisamente in località Grompo di Concadirame, sarà aperta Villa Grimani. Un’altra testimonianza della presenza della nobile famiglia veneziana in territorio rodigino, che qui possedeva, com’è noto, diversi territori. In questa poderosa casa di campagna i Grimani non solo amministravano le terre, ma pare la utilizzassero come residenza per più mesi l’anno. L’edificio risale alla seconda metà del XVI secolo e pare essere opera del celebre architetto Sanmichieli, infatti in alcune figure ricorda Palazzo Roncale di Rovigo. La struttura nella sua semplicità è estremamente poderosa e si componeva in origine, oltre che della parte padronale, anche di 2 barchesse laterali ora quasi totalmente distrutte a causa dell’incuria e del tempo. A colpire sono gli spazi ampi, sia del piano nobile sia dei due solai nei quali venivano deposti grano e canapa ad essiccare. Tutto intorno infatti la campagna ritorna ad essere la vera protagonista e la villa è il fulcro attorno al quale si svolgono le attività contadine. Una cinta muraria imponente, oggi non più presente, doveva cingere tutta la struttura. I vari passaggi di proprietà hanno portato a un progressivo abbandono e degrado di tutto lo stabile, che oggi è tornato in mani veneziane: il recupero è stato iniziato infatti nel 2016 grazie all’acquisizione da parte di Massimo Gasparon Pizzi Contarini che insieme al maestro Pier Luigi Pizzi stanno speditamente portandone avanti il recupero ed ipotizzandone anche un uso aperto al pubblico in futuro. 

Gli orari di apertura saranno dalle 9:30 alle 12:30 (con ultimo giro alle 12:00) e dalle 14:00 alle 18:30 (con ultimo giro alle 18:00) per entrambe le giornate. 

Il consiglio è quello di anticipare le visite al mattino e possibilmente al sabato per chi può, al fine di ridurre le eventuali code che sono solite formarsi la domenica pomeriggio.

Per chi è nelle vicinanze, se le giornate lo permettono, si consiglia di andare in bicicletta dato che i luoghi scelti si prestano bene ad essere raggiunti con tale mezzo. Essendo abitazioni private prive di ascensore e/o con passaggi stretti, l’accesso ai disabili sarà limitato solo ad alcuni ambienti e pertanto non potranno godere al 100% della visita, anche se il Fai farà il possibile per accoglierli nel migliore dei modi. 

La partecipazione è libera, tuttavia essendo una giornata di raccolta fondi verrà chiesto un contributo libero a partire da 3 euro in ogni luogo. Villa Cappello Rama sarà inoltre aperta esclusivamente per gli iscritti Fai, un modo per ringraziarli per la loro fiducia e il loro affetto, è in pratica una coccola per i nostri iscritti. A tal proposito, ricordiamo che sarà possibile iscriversi anche durante le giornate sia presso i luoghi sia online, con una riduzione di 10 euro su tutte le quote. Un’occasione da non perdere: iscriversi al Fai fa bene all’Italia e al suo patrimonio artistico e paesaggistico, ma fa bene anche a chi si iscrive, grazie ai numerosi vantaggi che per quanto riguarda Rovigo, stanno aumentando di anno in anno ma sono comunque tantissimi in tutta Italia e non solo. 

“Ringraziamo  le famiglie Rama, Fracasso, Gasparon e Pizzi – le parole di Daniel Fusaro, Capo Delegazione Fai di Rovigo – per averci dato la loro fiducia e concesso di aprire le porte delle loro proprietà, così come ringraziamo la Protezione Civile e la Croce Rossa Italiana di Rovigo che ci supporteranno durante le giornate, il comune di Pontecchio, la Provincia di Rovigo per il patrocinio all’iniziativa. Non da ultimi, i contributi degli storici locali Giuseppe Segato e Angelo Montagnolo che ci hanno supportato nella ricerca per poter ricostruire la storia dei luoghi e delle famiglie”. 

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