ROVIGO – Si rivolgono al prefetto di Rovigo Clemente Di Nuzzo, al sindaco Edoardo Gaffeo, al commissario regionale Tiziana Stella, al direttore di Iras Luca Giovanni Avanzi ed al direttore dell’Ulss 5 Polesana Patrizia Simionato per la convocazione urgente di un tavolo di crisi aziendale per l’Iras Rovigo presso la Prefettura di Rovigo, i rappresentanti della Funzione pubblica di Cgil Rovigo, Cisl e Uil, rispettivamente Davide Benazzo, Franco Maisto e Cristiano Maria Pavarin.
Il consiglio comunale di Rovigo molto probabilmente non approverà lo schema di convenzione modificato unilateralmente dalla Regione del Veneto dopo oltre un anno di trattative e che “sfora” di circa 1 milione di euro la cifra (LEGGI ARTICOLO), già imponente, di 8,4 milioni di euro, portandola a quasi 9,5 milioni, per l’adeguamento di Casa Serena alle nuove funzioni a cui sarà destinata: studentato nella porzione ceduta ad Ater, servizi alla comunità per l’ala destinata ad essere presa in affitto da Ulss 5 Polesana. La richiesta di maggiori spazi da parte di Ulss 5, che obbliga il proprietario dell’immobile, il Comune di Rovigo, ad adeguare anche lo spazio delle ex cucine di Casa Serena, ha di fatto modificato gli importi e tutti i pareri tecnici in merito alla sostenibilità finanziaria del progetto avviato da palazzo Nodari.
“Egregio Prefetto di Rovigo, con la presente le scriventi sigle sindacali, stante il susseguirsi di notizie non confortanti per la stesura di un accordo di salvataggio fra Regione e Comune di Rovigo in merito al caso aziendale Iras e fortemente preoccupati che l’evolversi degli eventi possa portare ad un fase irreversibile per l’intero istituto, i suoi ospiti e tutto il personale – scrivono i sindacati al rappresentante del Governo Clemente Di Nuzzo – chiedono alla S.V. una convocazione urgente del tavolo di crisi aziendale per conoscere dalle Autorità in elenco, quale siano le prospettive.
Dopo oltre un anno e mezzo di interlocuzione, siamo molto preoccupati per quanto si sta profilando e allo stesso tempo ci facciamo portavoce dei 190 fra lavoratrici e lavoratori che ogni giorno ne garantistico i servizi”.