ROVIGO – Sul tema dell’accoglienza a Rovigo, concordata con la Prefettura e gestita dalla cooperativa Porto Alegre, interviene il segretario confederale di Cgil Rovigo Pieralberto Colombo.
“Stupiscono molto, purtroppo negativamente, i toni e gli argomenti nuovamente utilizzati nei giorni scorsi dalla Prima Cittadina di Rovigo sui 30 migranti ospitati nell’ex Convento dei Frati Cappuccini.
Si insiste, evidentemente per strumentali ragioni di tornaconto politico, ad alimentare una sbagliata narrazione sulla presunta pericolosità che queste persone rappresenterebbero per il decoro e la sicurezza pubblica. Una sorta di automatismo senza senso e fuori dalla realtà per cui i presunti problemi di tale natura in quella zona sono causati dalla presenza di questi trenta migranti.
Ciò, oltre a non corrispondere alla realtà, è anche pericoloso perché alimenta solo diffidenza, se non odio, nei confronti di queste persone che invece possono rappresentare una ricchezza, come abbiamo già avuto modo di dire, per tutta la comunità se si lavora tutti insieme ad una vera integrazione lavorativa e sociale
È gravemente sbagliato poi anche che chi ricopre importanti ruoli istituzionali diffonda informazioni non corrette sulla possibilità che i richiedenti asilo possano o meno lavorare. A differenza di quanto sostenuto dal Sindaco di Rovigo, speriamo anche qui non strumentalmente per alimentare diffidenza, i richiedenti asilo hanno tutto il diritto di lavorare regolarmente, tant’è che la quasi totalità delle trenta persone ospitate nell’ex Convento hanno un lavoro, molti nel settore agricolo (LEGGI ARTICOLO).
I richiedenti asilo lavorano quando viene data loro la possibilità di farlo e basterebbe fare un giro nelle campagne e nelle serre della nostra Provincia per rendersi conto di quante di queste persone lavorino in quei luoghi, come cerchiamo di fare quotidianamente come Sindacato . Lo stesso vale anche per altri settori, a cominciare dai tanti capannoni della logistica presenti nel nostro Territorio. Sarebbe forse più opportuno (anche in nome di quei valori citati dal Sindaco sulla stampa) considerare in quali condizioni queste persone a volte lavorano, proprio perché sono persone, cittadini e lavoratori, non complementi di arredo urbano.
In tal senso, sarebbe invece utile che l’Amministrazione Comunale facesse proprie le indicazioni prodotte nell’articolato progetto chiamato “Incas”, opera di un lungo lavoro collegiale svolto dalle pubbliche amministrazioni di Rovigo e Castelguglielmo, insieme all’ANCI e molti soggetti del terzo settore, Organizzazioni Sindacali comprese, che da anni operano seriamente in Polesine, volto a contrastare in modo organico il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento.
Ripetiamo quanto già avuto modo di dire anche recentemente: sarebbe utile ed un bell’esempio che da Rovigo si lavorasse congiuntamente ancora di più per una vera e seria integrazione, senza le attuali strumentalizzazioni che producono solo luoghi comuni, divisioni e sentimenti d’odio.
Un’ultima osservazione su quanto affermato dal Sindaco: “troppo buonismo”? L’enciclopedia Treccani alla voce “buonismo” come significato letterale indica: “ostentazione di buoni sentimenti, di tolleranza e benevolenza verso gli avversari o nei riguardi di un avversario; spec. Da parte di un uomo politico”.
Appare evidente che il “buonismo” citato dal Sindaco non c’entri proprio nulla in tale vicenda, a meno che non si voglia considerare in maniera prevenuta gli esseri umani come avversari a seconda del colore della pelle. Allora si sarebbe ancor più grave” conclude Colombo.
2 Comments
e si..basta luoghi comuni..ius soli per tutti!! magari chiedere info alla famiglia di Sharon….
chissa se aavranno letto questo articolo di cronaca di ieri<.
VIOLENZA
Pesta donna e devasta auto in centro
Marocchino 39enne fa il disastro, picchia l’amica, aggredisce gli agenti. E chiude “l’opera” sulle vetture