PARMA – Stavolta la FemiCz Rovigo non ce l’ha fatta. Nella finale di Parma il Petrarca, gran favorito della vigilia, ha scucito lo scudetto dalle maglie rossoblù vincendo per 19 a 6. Dopo la delusione di un anno fa al Plebiscito la formazione di Marcato non poteva fallire anche questa finale.

Da due campionati il Petrarca domina la regular season dimostrandosi la formazione più forte e più solida di tutte. Lo ha confermato anche negli ultimi ottanta minuti della stagione superando l’avversario di sempre. Nello sport parlare di rivincita è abbastanza improprio. Nessuna vittoria cancella una sconfitta, entrambe restano, ma con questo scudetto il Petrarca ritrova quella serenità che aveva perso dodici mesi fa con la meta di Greeff. Perdere una finale lascia sempre spazio a rimpianti e recriminazioni e questo succederà anche in casa della FemiCz Rovigo.
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Questa stagione, però, è tutt’altro da buttare per i rossoblù che hanno disputato la loro settima finale nelle ultime otto stagioni (il campionato 2019/20 è stato annullato con la FemiCz Rovigo al comando della classifica) confermando di essere ancora una volta una protagonista di spicco del torneo. Essere arrivati a difendere lo scudetto fino all’ultimo atto della stagione non era scontato per una squadra che ha cambiato più di una dozzina di giocatori e pure l’allenatore. Nonostante ciò la FemiCz Rovigo, pagando dazio in un incerto avvio di torneo, con il passare delle settimane ha trovato una sua efficace fisionomia tecnica che le ha permesso di disputare un girone di ritorno impeccabile.
Vale la pena di ricordare che dopo le tre sconfitte consecutive con Piacenza, Valorugby e Petrarca, i rossoblù hanno collezionato una striscia di 13 successi macchiati solo dalla sconfitta interna nel recupero con le Fiamme Oro. Il lavoro di Coetzee ha pagato alla distanza anche se l’ex tecnico degli Springboks ha dovuto fare a meno di alcuni punti fermi della squadra dello scorso anno come Carel Greeff, indisponibile da mesi per infortunio, e Giacomo Nicotera, in pianta stabile al Benetton Treviso, e con qualche nuovo arrivato sul quale si puntava molto, vedi Leonardo Sarto, alle prese con frequenti malanni. D’altronde la storia rossoblù racconta che è difficile centrare il bersaglio grosso per un allenatore alla sua prima stagione sulla panchina rossoblù.
Ne sanno qualcosa Julien Saby, Carwyn James e Nelie Smith, che hanno vinto lo scudetto nel loro secondo anno di permanenza a Rovigo. Ed è quello che potrà fare anche Coetzee se continuerà a lavorare con lo stesso organico, magari potenziato in qualche ruolo, per completare il cambiamento tattico avviato quest’anno. Adesso il Petrarca ha uno scudetto in più dei rossoblù, ma la sfida non è finita a Parma per il bene soprattutto del rugby italiano. Il rilancio del campionato domestico, qualsiasi percorso si voglia intraprendere, non può prescindere dal ruolo di queste due società. Quello che si è visto sulle tribune e sul campo del Lanfranchi ne è l’ulteriore conferma