Intelligenza superficiale. La tecnologia che arricchisce l’arte

Talk targato Accademia dei Concordi, ideato da  Wallabe Urban Art ed organizzato dall’associazione Amici dell’Accademia

ROVIGO – L’Intelligenza artificiale è “un software di plagio, perché non crea nulla, ma copia opere esistenti, di artisti esistenti, alterandole abbastanza da sfuggire alle leggi del diritto d’autore”. Lo affermava il linguista di fama mondiale Noam Chomsky dalle colonne del New York Times a marzo scorso.

Di intelligenza artificiale, del suo rapporto con l’arte e di proprietà intellettuale si è parlato sabato scorso al Cinema Teatro Duomo, durante il Talk targato Accademia dei Concordi, ideato da  Wallabe Urban Art ed organizzato dall’associazione Amici dell’Accademia.

Al tavolo dei relatori tre voci autorevoli del mondo dell’arte contemporanea: l’artista Giovanni Esposito, in arte Gioquasirosso, autore dell’installazione di 10  per 15 metri sulla facciata di Palazzo Bosi e di Palazzo dell’Accademia dal titolo “Who am AI?”; il giornalista esperto di arte digitale e mercato dell’arte, autore e conduttore tra gli altri del programma “Top Lot, le aste in diretta” sul canale 507 di Sky; e Alessia Panella, collezionista e avvocato specialista in diritto internazionale e diritto dell’arte, cofondatrice e direttore della  rivista  Art and Economics.  Con loro, Micol Andreasi, giornalista specializzata in Storia dell’Arte.

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Da sempre l’arte e gli artisti hanno dovuto fare i conti con le innovazioni tecnologiche del loro tempo, assumendo di volta in volta atteggiamenti di diffidenza e rifiuto o di accettazione. Così fu per la fotografia. Eppure, nonostante le paure, la nuova tecnologia non uccise la pittura, al contrario, le diede la libertà di andare oltre la rappresentazione del vero.

“Se oggi Michelangelo Buonarroti esistesse tra noi – ha raccontato Giacomo Nicolella Maschietti – probabilmente non si recherebbe più a Carrara per scegliere il pezzo di marmo con cui realizzare la sua opera, ma lavorerebbe con il digitale. L’arte non può che essere figlia del suo tempo e del suo tempo sceglie la materia con cui esprimersi”.

Per Gioquasirosso, che nelle settimane scorse, al Lucca Comics Festival ha presentato per Feltrinelli “Ai suoi tratti”  il suo ultimo Grafic Novel, ambientato in  un mondo abitato da macchine intelligenti, “l’intelligenza artificiale e le infinite possibilità di impiego che offre non andranno mai a sostituire la capacità dell’artista di restituire alla propria creazione l’emozione di un vissuto che è solo umano, né potrà rubare all’artista il piacere nell’atto di creare”. “Da artista –  ha aggiunto – trovo l’IA stimolante. Mi invita a sperimentare, a studiare, a stare al passo con le novità per coltivare la mia unicità che comunque non nasce e non cresce in virtù di un algoritmo”.

E’ per condividere il vissuto dell’artista, che l’avvocato Alessia Panella colleziona opere d’arte. Non è solo una scelta di mercato, ma di gusto personale sulla base della capacità delle opere di suscitare un’emozione. Questa capacità dell’artista, insieme ad altri elementi rendono unica un’opera. “Si chiama proprietà intellettuale – ha spiegato – l’insieme delle norme giuridiche a tutela delle opere create dall’ingegno, dall’intelletto, dalla fantasia dell’uomo”. Ad una platea numerosa di giovani e curiosi, la Panella ha illustrato quando un’opera è tutelata dal diritto d’autore e ha invitato il pubblico a prendere coscienza della responsabilità che ognuno si assume quando usa e  si appropria di immagini create da altri.

Se l’arte è figlia del suo tempo, allora non si può immaginare un’arte  avulsa dalla tecnologia di ultima generazione, che resta pur sempre un mezzo al servizio della creatività e non il soggetto creatore. “Un mezzo – ha aggiunto Laura Rossi, presidente di Ada, a conclusione dell’incontro, dopo aver ringraziato i relatori e quanti hanno collaborato   – che al centro deve tenere sempre l’uomo”.

Tanto il pubblico intervenuto anche dalla vicina provincia di Padova, prova che l’arte ha ancora tanto da dire e da raccontare.

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