VENEZIA – Affrontare con politiche mirate e interventi concreti la crisi demografica, porre mano quanto prima a un piano casa che sostenga in primis i giovani e le persone in cerca di lavoro, aumentare l’attrattività del Veneto utilizzando ogni leva utile, supportare il settore manifatturiero nel far fronte alle attuali difficoltà con una imponente programmazione di politica industriale, garantire la tenuta del sistema sanitario e sociosanitario e, più ampiamente, di welfare.
Sono le criticità e insieme le urgenze per la nostra regione che Massimiliano Paglini, segretario generale eletto lo scorso luglio alla guida di Cisl Veneto, ha posto stamattina sul tavolo del confronto in quello che è stato il primo appuntamento ufficiale, nel suo nuovo ruolo sindacale, con il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia. Temi e questioni – si è sottolineato da parte del sindacato – che chiedono una visione globale e sistemica: per una loro efficace lettura e interpretazione, come per una loro risolutiva gestione.
“È necessaria una visione d’insieme – evidenzia anzitutto Paglini – per una progettualità di ampio respiro da condividere tra i diversi attori (istituzionali, economici, di rappresentanza…): un forte patto per lo sviluppo della nostra regione, affinché il Veneto recuperi ruolo e competitività all’interno del sistema Paese e delle macroaree interregionali europee. E per questo è necessario potenziarne la capacità attrattiva, che si traduce prioritariamente nella capacità di realizzare politiche abitative diffuse e offrire un sistema di servizi sociosanitari e di welfare efficienti e di qualità, che consentano condizioni di vita e di lavoro sostenibili”.
“Un confronto avvenuto in un clima cordiale, aperto, costruttivo e concreto” spiega Paglini, che ha incontrato il governatore veneto insieme agli altri due componenti di segreteria Stefania Botton e Andrea Sabaini: “Abbiamo espresso la nostra grande preoccupazione per la situazione economica e sociale del Veneto, sia riguardo alla congiuntura interna e globale, sia per le emergenze strutturali che, se non troveranno rapidamente risposte e interventi adeguati, rischiano di deflagrare nel medio termine, pregiudicando la tenuta del sistema economico-produttivo privato e pubblico e conseguentemente anche il sistema del welfare”.
Anzitutto l’impatto della crisi demografica. I dati Istat dello scorso anno rielaborati da Cisl Veneto restituivano rispetto ai prossimi 13 anni una proiezione di perdita di forza lavoro del Veneto pari a circa 316mila lavoratori, e quei dati sono da considerarsi in accelerazione e in peggioramento vedendo quanto emerge dal Dipartimento per gli Affari economici e sociali dell’Onu: “Crediamo sia urgente creare condizioni di attrattività per far sì che i giovani restino in Veneto e non emigrino all’estero o nelle limitrofe Lombardia ed Emilia, e dall’altra parte per permettere ai giovani stranieri, a maggior ragione se nati qui da genitori stranieri, di risiedere in Veneto” continua Paglini, che aggiunge: “Oltre a essere un fatto di civiltà e giustizia sociale, dare garanzia dei percorsi di inclusione e di cittadinanza è per la nostra regione e per tutto il Paese una necessità vitale. Perciò riteniamo che essere cittadini di uno stato non sia avere diritti preventivi gratuiti, ma avere doveri di rispetto delle regole di convivenza e delle leggi, e la certezza di essere parte di una comunità dove si vive, si lavora, si contribuisce allo sviluppo, e lo Ius scholae rappresenta un primo livello essenziale di riconoscimento del diritto di cittadinanza”.
E ancora, in merito all’accoglienza delle persone migranti: “Al presidente Zaia abbiamo anche evidenziato come sia altrettanto prioritaria la questione dei Centri di accoglienza (CAS), che per la loro attuale organizzazione oggi troppo spesso non rappresentano una tappa del loro percorso di inclusione, ma piuttosto luoghi e forme di ghettizzazione che alimentano finanche il caporalato, come alcuni fatti di cronaca anche recenti ci hanno raccontato”.
Sul fronte dell’andamento economico della regione, a preoccupare molto Cisl Veneto è soprattutto il trend in calo di importanti settori come il tessile, la moda e tutto l’automotive: “Nel nostro incontro con il presidente abbiamo insistito su quanto sia improcrastinabile dare il via, finalmente, a un’imponente programmazione di politica industriale che metta al centro il rafforzamento e la competitività delle imprese, puntando a investire in digitale e tecnologie, ma anche nella crescita delle competenze e della qualità del lavoro”.
Tra le grandi questioni aperte e delicate messe al centro del confronto con il presidente della Regione, anche la tenuta del sistema sanitario e sociosanitario: “servizi sui quali la mancata introduzione della quota variabile dell’addizionale regionale Irpef per redditi elevati – rimarca Paglini – lascerà ulteriormente pesare le ben note criticità. Si è infatti così impedito l’introito di risorse utili e fondamentali a un possibile sostegno di ambiti in grande sofferenza, come la sanità e il sociosanitario appunto, a sfavore proprio delle fasce di popolazione con redditi medio bassi. Già oggi tante famiglie sono in situazioni di grande difficoltà riguardo l’accesso alle rsa per l’elevato costo delle loro rette”.
Infine, ma non ultimo per importanza, tra i temi affrontati inevitabilmente pure quello dell’autonomia differenziata, rispetto al quale Paglini ha detto che la Cisl Veneto è pronta per un confronto aperto e fattivo in merito alle materie già richieste dalla Regione con l’Accordo preliminare con il Governo (gennaio 2018) come a quelle di recente richiesta non relative ai livelli essenziali delle prestazioni (Lep), a partire dalla previdenza complementare e integrativa e le professioni.