La parola ad Ecopol: ecco il progetto presentato in Provincia

L'azienda specifica che il processo di desorbimento termico non è affatto un inceneritore e che l'attività sarà rivolta alla bonifica di terreni inquinati

ROVIGO – L’azienda rodigina intende fare chiarezza in merito all’attività, in attesa di autorizzazione, che vorrebbe compiere nel sito di via Amendola a Rovigo autorizzato allo stoccaggio di rifiuti speciali e pericolosi.

Con una dettagliata descrizione specifica fin da subito che non ci sarà alcun inceneritore e nessuna cosiddetta bomba ambientale, ma semplicemente un impianto di recupero dei terreni provenienti dalle bonifiche. Ecopol intende fare chiarezza e tranquillizzare cittadini (LEGGI ARTICOLO) e sindaco di Rovigo (LEGGI ARTICOLO) che chiedono alla Provincia di Rovigo di assoggettare la richiesta a Valutazione di impatto ambientale a tutela di tutte le parti in causa e per la salute pubblica.

“Nell’ottica di valorizzazione e di sostenibilità ambientale in un percorso di economica circolare è stata presentata una richiesta di assoggettabilità a VIA presso i competenti uffici della Provincia di Rovigo” dichiara Ecopol che sostiene di non aver seguito alcun iter scorciatoia.

“La procedura di modifica sostanziale dell’AIA per attività di Recupero per la produzione di End of Waste, per Legge, prevede lo screening per la verifica di assoggettabilità a VIA. Il progetto è stato presentato al SUAP del Comune di Rovigo nell’agosto del 2023. Secondo quanto previsto dalla Legge 152/2006 e successive circolari ministeriali, tutti i cittadini avevano 45 giorni di tempo per richiedere tutte le eventuali richieste ed osservazioni.

Come mai, pur sapendo della procedura, chi era informato per incarichi amministrativi, non ha presentato le osservazione agli uffici competenti come è previsto dal Diritto nei tempi dovuti?” si chiede l’azienda.

Ecopol spiega che il Desorbimento termico è una tecnica di bonifica che mira a rimuovere i contaminanti organici dal terreno, in particolare composti organici volatili (VOC) e semivolatili (SVOC), come idrocarburi, solventi ecc. Nessun terreno con ammine, clorurati, pfas ecc. verrà trattato nel desorbitore termico.

La tecnologia, si basa sul principio di riscaldare il terreno contaminato ed i fanghi di dragaggio dei canali, ad una temperatura tale da volatilizzare i contaminanti, permettendone il recupero e il trattamento in fase gassosa. Il trattamento è esente da emissioni di diossine e furani (non si desorbono materiali plastici). I contaminanti veicolati ai gas vengono trattati in un’unità di post-combustione tramite ossidazione termica o catalitica (sistemi a distruzione), e di seguito tramite un sistema a carboni attivi già presente presso l’impianto (6 estrattori da 23.000 n/mc/h con filtri a carboni attivi).

Per il trattamento delle polveri inerti è previsto un filtro a maniche in tessuto. I fumi verranno trattati fino ad ottenere fumi compatibili con quanto già autorizzato nell’AIA esistente e nella Valutazione di Impatto Ambientale autorizzata nel 2022 dalla Regione del Veneto.

La tecnologia del desorbitore termico è un impianto concepito per l’eliminazione delle contaminazioni presenti nel terreno, in particolare idrocarburi e altre sostanze organiche volatili. Si evidenzia che al momento costituisce la miglior tecnologia disponibile di bonifica di terre inquinate, contaminate da idrocarburi, come si evince dalle Linee Guida per la bonifica dei siti contaminati messe a punto da ARPA VENETO (manuale per il risanamento dei suoli) e dalla matrice di correlazione contaminanti/tecnologie dell’ ISPRA.

Al fine di agevolare i processi di recupero e qualora le caratteristiche fisiche dei materiali lo richiedano, i rifiuti in ingresso possono essere sottoposti ad idonei pre-trattamenti preparatori come la Vagliatura e la Frantumazione. I rifiuti prima dell’ingresso, verranno verificati attraverso una procedura di omologa già prevista nella VIA autorizzata.

Scopo dell’impianto è quindi, una volta eliminate le contaminazioni che lo rendono un rifiuto, quello di trasformare il rifiuto previo trattamento con desorbimento termico, in un prodotto che possa avere una sua collocazione sul mercato dei materiali da recuperare nei cantieri, nei rilevati e nei sottofondi e per ottemperare in pieno a quella che è l’economia circolare.

Ecopol sottolinea infine che al fine di eliminare ogni tipo di pericolosità, rispetto all’AIA e alla VIA autorizzata, ha chiesto la eliminazione di numerosi codici rifiuti EER attualmente autorizzati, di cui diversi codici di rifiuti pericolosi e con caratteristiche di pericolo HP3 (infiammabilità), a fronte dell’inserimento di pochi nuovi codici EER, funzionali alle nuove attività di recupero e privi di pericolosità in termini di infiammabilità. Tra i codici che la Ecopol ha richiesto la eliminazione ci sono le vernici, i solventi, i perossidi, i fanghi al mercurio, i cromati, i permanganati, gli acidi i rifiuti dell’industria chimica e farmaceutica, gli adesivi, gli inchiostri.

L’impianto viene ridimensionato notevolmente rispetto a quanto è stato autorizzato in AIA ed in VIA dalla Regione del Veneto, ed i presidi, sia gli esistenti che quelli nuovi inseriti a progetto, sono sufficienti a garantire le emissioni come previsto dalla AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) in essere. Verrà ridotto notevolmente anche il rischio di incendio dovuto alla eliminazione dei rifiuti infiammabili.

Una volta desorbito, Il terreno decontaminato conserverà ancora le caratteristiche meccaniche originarie e potrà quindi essere riutilizzato come materia prima secondo le procedure previste dall’articolo 6 della direttiva 2008/98/CE e recepiti nel nostro ordinamento nell’articolo 184 ter del D. Lgs. n. 152/2006.

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