La Conferenza dei Dirigenti Scolastici della Provincia di Rovigo esprime solidarietà alla docente colpita da una pistola giocatolo spara pallini durante l’ora di lezione, e pone delle riflessioni

ROVIGO – Il recente incredibile episodio balzato agli onori della cronaca (LEGGI ARTICOLO) e concernente il ferimento di una docente durante un’ora di lezione, ferimento tra l’altro ripreso da un telefonino di uno studente, ha scosso il mondo della scuola. 

La Conferenza dei Dirigenti Scolastici della Provincia di Rovigo esprime solidarietà alla docente dell’Itis Viola Marchesini colpita da una pistola giocatolo spara pallini durante l’ora di lezione, e pone delle riflessioni.

“Nell’esprimere piena solidarietà al Dirigente, al docente coinvolto, ai docenti tutti e all’intera comunità scolastica colpita dall’episodio, gravissimo e incommentabile, dell’utilizzo in aula di una pistola-giocattolo “spara-pallini”  contro un’insegnante, ci preme mettere a disposizione alcune riflessioni: Non siamo purtroppo sorpresi si possa arrivare ad episodi di questa gravità. Le scuole sono oggi l’ultima frontiera di uno Stato sociale che non c’è quasi più.

Le famiglie sono in grande difficoltà, anche sociale ed economica, spesso educativa e, soprattutto, sono sole. Qualora una famiglia volesse chiedere aiuto ai Servizi, ad esempio per percorsi psicologici o pedagogici, i tempi di risposta e le modalità dell’offerta sono del tutto inadeguate rispetto alle crescenti, urgenti, richieste che arrivano e passano, in molti casi, attraverso le istituzioni scolastiche.

La scuola resta, pertanto, l’ultima frontiera di riferimento per le famiglie, con strumenti di intervento molto limitati: ora, nello straordinario del Pnrr, certamente con qualche risorsa in più, ma nell’ordinario con ben poche possibilità di affiancamento reale, fattivo, ai genitori.

Ciò nonostante, nelle Istituzioni scolastiche della provincia si coltivano progetti di dialogo educativo con le famiglie, gli alunni e tutte le componenti. Evidentemente non basta, l’emergenza è più vasta di quello che, tutti, avevamo pensato. Nella scuola, nelle reti sociali del territorio bisogna pensare di riprendere, stabilmente, ad investire, costruire e progettare”.

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