LENDINARA (Rovigo) – Sono stati illustrati nell’incontro del 15 novembre scorso, in cittadella della cultura, i risultati della trasferta newyorkese sulle tracce di Adolfo Rossi. Una risposta indiretta alle polemiche che il viaggio newyorchese della delegazione del Comune di Lendinara aveva suscitato in taluni ambienti dell’opposizione.
Come ha spiegato il Sindaco Luigi Viaro e, con lui, il direttore della cittadella Nicola Gasparetto, la trasferta ha permesso di recuperare del prezioso materiale che è stato studiato, elaborato, catalogato e raccolto in un volume, per condividere l’inchiesta con la cittadinanza.
“Negli otto giorni del viaggio – ha rilevato Gasparetto – abbiamo recuperato materiale prezioso ed anche inedito di Adolfo Rossi”.
La presentazione è stata accompagnata dalla proiezione di un documentario di circa un’ora che confluirà in una mostra fotografica già prevista, contenente ampi stralci dell’incontro-intervista con Fabio Finotti, direttore L’Istituto Italiano di Cultura di New York.
Il sindaco ha ribadito che l’esperienza americana è stata possibile grazie al contributo fondamentale della Regione Veneto che ha premiato così l’iniziativa. Quel viaggio assume un significato nel momento in cui il materiale raccolto consegna alle generazioni future un bagaglio di conoscenza in parte inedita. “Quando vedo, come mi è successo oggi, d’incontrare dei giovani che frequentano d’abitudine la biblioteca, capisco l’importanza di quel che stiamo facendo e capisco che non dobbiamo relegare la biblioteca ad un magazzino di libri; la cultura è viva e va mantenuta tale”. In questa logica, l’avventura americana dell’illustre lendinarese può essere, ancor oggi, di stimolo ai giovani intraprendenti che non si accontentano del qui e ora.
Com’è stato ricordato nella presentazione, Adolfo Rossi, nativo di Valdentro nel 1857, a soli 21 anni, decisedi sfuggire al destino d’impiegatuccio nel quale «si cessa d’essere uomini per diventare carrucole». È partito in gran segreto per l’America, sbarcando a “Nuovaiorche” nell’estate del 1879, con in tasca pochi scellini che mentre dormiva gli furono rubati, ma non mollò mai. Accettò i più umili lavori e patì la fame, studiando l’inglese da una «vecchia signora americana, amante degli italiani». Senza frequentare l’Università portò avanti la sua sete di sapere da solo, finché gli arrivò l’occasione della vita. «Nel 1880 si pubblicava a New-York un solo giornale settimanale in lingua italiana intitolato “L’Eco d’Italia”», racconterà Adolfo nel libro “Un italiano in America”. Poi si ritrovò a essere il primo redattore de «Il Progresso Italo-Americano», destinato a divenire il più venduto (centomila copie) e autorevole quotidiano tricolore in America.
Il resto del resoconto, compreso il ritrovamento di rari microfilm, troverà spazio nelle iniziative che l’Amministrazione Viaro ha in mente per dare continuità al progetto di collaborazione con le istituzioni italo-americane. Parafrasando un’affermazione di Adolfo si potrebbe dire: “Che senso ha emigrare in America per fermarsi in un porto di mare, senza conoscere le immense solitudini e i laghi e i monti di questo grande continente?”.
Ugo Mariano Brasioli