ROVIGO – Vicini e utili agli altri, ai cittadini, alle persone. Sempre, comunque, ovunque. Questo rende unica la professione infermieristica che, come ogni anno, il 12 maggio celebra la propria ricorrenza, la Giornata Internazionale dell’Infermiere, in memoria di Florence Nitghingale, fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna.
“Dobbiamo essere in grado – afferma Denis Piombo, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Rovigo – di trarre da quella che ormai tutti definiscono una “emergenza infermieristica” la forza e l’indicazione per un riposizionamento verso l’alto della nostra professione, come ha recentemente sostenuto la nostra presidente nazionale Barbara Mangiacavalli. Questi anni di pandemia hanno esacerbato una situazione già precaria in termini di fabbisogno di personale. I numeri non sono sinonimo di qualità ma adesso serve lavorare sia sul piano quantitativo che su quello qualitativo. È necessario rendere attrattiva la professione infermieristica compiendo scelte coraggiose, lasciando alle spalle consuetudini e sistemi anacronistici, adottando una visione ampia che guardi alla prospettiva del domani. Senza infermieri il rischio di mortalità aumenta del 30%. Senza infermieri non c’è prossimità territoriale e le cure del paziente rischiano di essere abbandonate. Senza infermieri il nostro servizio sanitario non cresce”.
Il presidente dell’Ordine degli infermieri di Rovigo si sofferma sul contesto provinciale dedicando la Giornata Internazionale degli Infermieri a tutti i professionisti iscritti all’Albo provinciale.
“Il nostro Direttivo e la Commissione Albo – dichiara il presidente dell’OPI di Rovigo – dedica questo momento a tutti gli attuali 2112 infermieri iscritti al nostro Ordine. Ogni singolo professionista è fondamentale. Come tutte le realtà italiane anche Rovigo ha vissuto un momento sanitario e sociale drammatico ma gli infermieri sono stati un punto di riferimento, dentro e fuori dagli ospedali, nelle residenze per gli anziani, quanto mai in crisi per l’assenza di personale, nei territori. La pandemia ci ha colpiti, come cittadini e come professionisti, ma siamo riusciti a resistere e rialzarci grazie alla nostra preparazione e alla nostra professionalità. Una professionalità che merita il giusto rispetto e riconoscimento sociale ma anche economico, la giusta valorizzazione anche in termini di prospettive di carriera”.
“Ora è arrivato il momento – conclude Denis Piombo – di investire sulle risorse. Gli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza vanno anche nel senso di riorganizzare, aggiornare e ridisegnare il sistema sanitario nazionale costruendo il futuro. E qualunque investimento non può prescindere dal fattore più determinante in sanità, la risorsa umana, il capitale umano, l’investimento umano”.