ROVIGO – In data 26 Aprile 2022, con protocollo numero 27923, il Comune di Rovigo ha pubblicato un bando di concorso pubblico per la copertura di un posto a tempo pieno ed indeterminato di Dirigente tecnico gestionale da assegnare al settore programmazione strategica ed europrogettazione, sistemi informativi, risorse umane, privacy, affari generali, elettorale, archivio e protocollo, ufficio acquisti e gare.
“Tale scelta, giusto qualche giorno fa, ha trovato l’apprezzamento ed il sostegno da parte del vicesindaco Tovo – afferma Mattia Moretto, consigliere comunale di Fratelli d’Italia – il quale, in buona sostanza, ha affermato l’assoluta necessità di aumentare il numero dei dirigenti presenti nella macchina comunale rodigina, al fine di ridistribuire le competenze e avere quindi maggiore efficacia ed efficienza dell’operatività di tutti i dirigenti”.
“Ammesso e non concesso che veramente serva un altro dirigente – afferma Moretto secondo cui sarebbe molto più importante potenziare gli uffici con altre figure piuttosto che con una solo figura che costerà alla collettività circa 150 mila euro lordi l’anno – ritengo sia necessario fare una riflessione su come intendiamo la macchina amministrativa di un ente pubblico qual è anche il Comune di Rovigo.
Credo che la vera sfida per noi tutti sia la gestione dell’apparato burocratico amministrativo.
Questo, perché, chiunque abbia un minimo di esperienza all’interno di un’amministrazione pubblica sa perfettamente che il vero potere oggi non ce l’ha tanto, o meglio, non ce l’ha solo la politica, quanto piuttosto anche la burocrazia, quello che potremmo chiamare con un’aurea più nobile “lo Stato profondo”.
A partire dagli anni novanta sorge l’esigenza di rimodernare la farraginosa “macchina amministrativa” e renderla più efficiente sia all’interno che all’esterno, nell’erogazione dei servizi pubblici, per cui comincia a farsi strada una nuova lettura dell’art. 97 comma 2 della Costituzione, improntata all’imparzialità ed al buon andamento della pubblica amministrazione.
Si pone la necessità di riorganizzare l’apparato amministrativo e la struttura degli organi di Governo ed a tal fine si comincia a profilare la volontà di separare nettamente la politica dall’amministrazione. A tale precipuo fine sembra riferirsi, infatti, il D.lgs. n. 29/93, attuazione della legge delega n. 421/92 che tra i principi auspicati include la separazione tra i compiti di direzione politica e quelli di direzione amministrativa; il successivo D.lgs. n. 80/98, attuazione della legge delega n. 59/97 (Bassanini I), invece, sembra porsi in una diversa prospettiva di ravvicinamento, sulla premessa che un apparato amministrativo coordinato con i vertici politici funzioni meglio. Viene, cioè, propugnata la necessità di avvalersi di dirigenti amministrativi di fiducia e, contestualmente, si assiste all’introduzione nel nostro ordinamento del fenomeno americano del cosiddetto spoil system. Ultimamente invece, con il D.lgs. n. 150/09 attuazione della legge delega n. 15/09 (Brunetta) si è sollecitato un nuovo tentativo di allontanamento tra fenomeno politico ed amministrativo con specifico riguardo all’accesso ed alla collocazione della figura del dirigente.
Ecco, lo Spoil System è il punto” afferma Mattia Moretto.
Lo Spoils System è una pratica politica che si è diffusa in Italia a partire dagli inizi degli anni novanta e che consiste nel cambiare gli alti dirigenti della Pubblica amministrazione con il cambiare del Governo. Le nuove forze politiche in carica possono affidare quindi la guida della macchina amministrativa a persone di loro fiducia, che ritengono in grado di raggiungere gli obiettivi prefissati.
“Fatta questa premessa, sono piuttosto sereno nel sostenere che per una pubblica amministrazione la via del contratto a tempo indeterminato per le figure dirigenziali non sia più conveniente – continua il capogruppo di Fratelli d’Italia – In un mondo fluido, in continuo mutamento nel quale il cittadino giustamente pretende risposte e risultati, il rischio di trovarsi, come ci è già capitato, con figure sicuramente preparate, ma che ingessano interi settori è un prezzo troppo alto che dobbiamo cercare di non far pagare ai nostri concittadini.
In definitiva, ritengo che, in tema di incarico di figure dirigenziali, sia il caso di prendere in seria considerazione, come del resto tantissimi Comuni d’Italia già fanno da anni e con ottimi risultati, l’ex articolo 110 del Tuel, il quale stabilisce che la copertura dei posti di figure dirigenziali possa avvenire mediante contratto a tempo determinato, per una durata che non può essere superiore al mandato elettivo del sindaco in carica.
Così facendo ci garantiremmo una figura motivata nel raggiungimento degli obbiettivi prefissati dall’amministrazione e che, laddove non incontrasse più la fiducia dell’amministrazione e quindi dei cittadini, verrebbe sostituita da qualcun altro”.