BADIA POLESINE (Rovigo) – “Ricordare questa data è un dovere di patrioti, specialmente in momenti tempestosi e difficili come questi, per non dimenticare i concittadini che hanno dato la vita per la libertà”, ha sottolineato il sindaco Giovanni Rossi questa mattina. Dopo aver baciato la corona d’alloro ai piedi della stele commemorativa situata sulla torre civica, il Primo cittadino ha rivolto un pensiero alla famiglia di Teobaldo Rossi, che fu testimone della barbarie nazifascista e da sempre promotore delle celebrazioni per la liberazione. “…ma essere patrioti non comporta necessariamente gesti eroici o aiutare una nazione in difficoltà” (con chiaro riferimento alla situazione in Ucraina) ha continuato il Sindaco spiegando che si può esserlo molto semplicemente anche nell’aiutare il prossimo e alimentando il senso di dignità, del rispetto reciproco e della libertà. A seguire, il Sindaco si è soffermato sul significato del ruolo istituzionale, inteso come servizio della comunità, come hanno testimoniato i due sindaci recentemente scompari: Vielmo Duò e Gastone Fantato.
L’intervento del Primo cittadino si è terminato con l’auspicio di rivedere il prossimo anno le scolaresche, alle quali è consegnato il futuro.
Presenti alla cerimonia il Parroco, i membri della giunta e dell’opposizione, nonché le autorità militari e combattentistiche e d’arma.
“Non disperdere la memoria di quanto accaduto nel passato non troppo lontano può aiutare il dialogo, la condivisione, il perdono e l’accoglienza” ha posto l’accento don Alex Miglioli, prima della recita di alcune preghiere per i caduti e per coloro che soffrono oggi la guerra. La benedizione della stele ha concluso la breve cerimonia prima della Santa messa di suffragio nella parrocchiale.
Presente alla celebrazione anche il decano dei badiesi (uno dei reduci dalla campagna di Russia del 1943) Umberto Marabese che, nonostante i suoi 105 anni non ha voluto mancare alla celebrazione di questo 77° anniversario della liberazione.
Ugo Mariano Brasioli