Mesi di indagini della Squadra Mobile della Questura di Rovigo per smantellare una vasta attività di smercio di droga, che ha portato anche alla chiusura di tre locali, uno nel capoluogo, gli altri a Polesella e in una frazione di Adria. Oltre 2 chili di cocaina sequestrati 

ROVIGO – L’indagine, durata diversi mesi, è stata coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica, presso il Tribunale di Rovigo, Valeria Motta, ed ha visto in campo circa 40 uomini della Polizia di Stato. Un lavoro lungo e meticoloso quello della Squadra Mobile di Rovigo, diretta dal commissario capo Andrea Ambrosino.

Una vasta rete di spaccio che ha visto coinvolti tre locali ed i rispettivi propietari tra Rovigo, Polesella e in una frazione di Adria, una quantità di clienti considerevole, alcuni dei quali hanno anche fornito informazioni utili alle indagini. Un sistema ormai collaudato, con consegne settimanali tra il giovedì e la domenica, i quantitativi erano sempre di un etto, solo in un caso sono stati consegnati 50 grammi. 

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Lo scambio avveniva rapidamente, un paio di squilli sul cellulare e via. Per questo il lavoro dei poliziotti non è stato semplice. Mesi di attività tecniche, pedinamenti, osservazione, interrogatori. Una rete che di fatto non era collegata, ma il fornitore principale era il medesimo.

Tre i locali chiusi dal Questore di Rovigo Giovanni Battista Scali, ma tutta l’indagine è partita da Rovigo, dal salotto buono della città. Pizza e ‘coca’, ma in alcuni casi si ritirava solo la droga. (LEGGI ARTICOLO)

Il fornitore era un 50enne albanese, già noto alle forze dell’ordine. Era stato espulso, ma aveva fatto rientro in Italia. A Rovigo aveva la sua base operativa, si avvaleva di alcuni ‘corrieri’ per la Provincia, anche un 70enne, ed un ragazzo di Villadose di origine albanese.

In settimana è scattato l’ultimo blitz, quello decisivo per chiudere il cerchio.

Nello specifico, circa un etto di marijuana, oltre 70 grammi di hashish, circa 25 grammi di eroina e quasi 2 chili di cocaina (valore che oscilla tra i 60.000 e i 200.000 Euro), oltre a un bilancino di precisione e ben 9 mila euro in contanti. L’ultimo sequestro è avvenuto a Villa Bartolomea (Verona), ed il secondo soggetto albanese riforniva la piazza di Rovigo saltuariamente. Era già agli arresti domiciliari, ‘lavorava’ da casa, ora è in Carcere a Verona.

Oltre alla cocaina sequestrata c’era anche un chilo e mezzo di sostanza da taglio, quindi il valore commerciale della droga al dettaglio assume un valore diverso rispetto a quello ipotizzato.

Gli indagati non sono di primo pelo, alcuni hanno avuto già a che fare con la Giustizia. Per questo gli agenti hanno dovuto muoversi con cautela per non vanificare gli sforzi profusi. Non c’erano orari prestabiliti, le consegne avvenivano a qualsiasi ora, ma c’era una certa ciclicità, segnale che l’attività era stata messa in piedi da tempo.

In tutto sono sei le misure cautelari, per il 50enne albanese, il fornitore di cocaina principale dei locali del Polesine, si sono spalancate le porte del carcere, per gli altri misure restrittive meno invasive, dai domiciliari all’obbligo di firma.

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