Rapina in piazza Merlin a Rovigo, la Polizia di Stato, grazie al DNA, arresta una coppia di malviventi

Erano scappati in Francia, arrestati entrambi i rapinatori che avevano selvaggiamente picchiato un donna saccheggiando l’appartamento in centro a Rovigo

ROVIGO – La Polizia di Stato, all’esito di un’intensa attività investigativa, ha dato esecuzione a due mandati di arresto europeo emessi, su richiesta della Procura della Repubblica di Rovigo, nei confronti di una coppia sui 35 anni (campano lui, romena lei) all’epoca dei fatti residente in Polesine, gravemente indiziata di aver commesso, nel febbraio dell’anno scorso, una rapina in abitazione in piazza Merlin.

In particolare, i fatti risalgono al 12 febbraio 2022, quando giungeva alla Sala Operativa della locale Questura una richiesta di soccorso da parte di una donna che riferiva di essere stata rapinata.

Sul posto giungevano rapidamente gli Agenti della Squadra Volante che, cogliendo sin da subito la particolare efferatezza del reato, hanno allertato la Squadra Mobile del commissario capo Andrea Ambrosino, che ha avviato nell’immediatezza l’attività investigativa, d’intesa con la Procura della Repubblica di Rovigo.

La vittima, una donna trentenne di origine romena, in evidente stato di shock, riferiva di essere stata avvicinata da una coppia giovane, che, ottenuta la sua fiducia, si era presentata innanzi la porta di casa, un appartamento sito in questa piazza Merlin. Non appena la donna ha aperto la porta della sua abitazione, le è stata spruzzata un’intera bomboletta di spray urticante, poi è stata aggredita fisicamente dall’uomo che dopo averla colpita con calci e pugni in volto, vista la resistenza della vittima, ha deciso di immobilizzarla con delle fascette. Nel frattempo, la donna della coppia di rapinatori, ha saccheggiato l’intero appartamento, impossessandosi di tutti i monili in oro presenti, strappandole anche dal polso un rolex del valore di circa 60.000 euro. Terminato l’atto predatorio, i due malviventi, hanno fatto perdere le proprie tracce fuggendo tra le strade del centro, passando sotto al volto.

Considerata la gravità dell’accaduto, la scena del crimine intrisa del sangue della vittima e teatro certo di un’agitata colluttazione, gli investigatori coinvolgevano per un più approfondito sopralluogo gli operatori del locale Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica. Nel corso dei rilievi, le operatrici della Polizia Scientifica provvedevano, tra l’altro, a ricercare materiale biologico dei rapinatori eventualmente presente sul corpo della vittima. 

La donna, prima di essere trasportata in ospedale per le cure del caso, ha fornito un’approssimativa descrizione dei rapinatori, indicandone l’accento e l’utenza dalla quale era stata contattata poco prima dell’incontro dalla donna coinvolta nella rapina.

La prima pista investigativa a essere stata percorsa è stata proprio quella dell’utenza che, sebbene non risolutiva in quanto intestata a una donna associata alla casa circondariale di Bolzano, ha consentito di focalizzare l’attenzione sulla famiglia dell’intestataria dell’utenza e sulla sua cerchia di conoscenze.

Dopo una prima attività di profiling, si riusciva a isolare in provincia una coppia, con precedenti controlli del territorio insieme all’intestataria della summenzionata utenza le cui caratteristiche fisiche e precedenti specifici risultavano fortemente indizianti.

Individuati i due, il prosieguo delle indagini si è concentrato sulla ricerca di prove che potessero avvalorare l’intuito dei poliziotti, condiviso dalla Procura della Repubblica di Rovigo.

Innanzitutto, lo studio approfondito della videosorveglianza cittadina ha consentito di individuare il doppio passaggio dell’autovettura a loro in uso poco prima della rapina nei pressi dell’abitazione divenuta scena del crimine.

E’ stata quindi avviata una copiosa attività tecnica, i cui elementi progressivamente acquisiti, hanno determinato la Procura della Repubblica di Rovigo ad emettere un decreto di perquisizione personale e locale a carico degli indagati e l’acquisizione del DNA degli stessi, onde poterlo raffrontare con quello eventualmente presente sulla scena del crimine. L’analisi del DNA ha dato esito positivo.

Acquisiti quindi gravi indizi di colpevolezza, la Procura di Rovigo ha richiesto per entrambi il carcere, ottenendo dal Gip la misura della custodia cautelare in carcere per lui e degli arresti domiciliari per lei.

Tuttavia, all’atto dell’esecuzione, la coppia con l’intero nucleo familiare, probabilmente temendo l’adozione di misure restrittive a loro carico, è risultata irreperibile sul territorio nazionale.

In considerazione di questo ulteriore sviluppo la Procura della Repubblica ha richiesto e ottenuto l’aggravamento della misura cautelare a carico della donna, tramutata anche per lei in quella della custodia cautelare in carcere, e su indicazioni della Polizia giudiziaria ha richiesto l’emissione del mandato di arresto europeo per entrambi (Mae).

La perseveranza degli investigatori, sempre attenti a monitorare i familiari rimasti in Italia, ha progressivamente consentito di acquisire elementi sempre più concordanti in merito alla presenza dei target in territorio francese, determinando la Procura della Repubblica di Rovigo a emettere un Oei (ordine di indagine europeo).

La Procura della Repubblica di Rovigo, ha quindi immediatamente avviato i contatti con l’Autorità giudiziaria francese facendo avviare un’attività di intercettazione telefonica da parte della Polizia Francese. Tale attività nel giro di pochi giorni ha consentito l’individuazione e la cattura dei due rapinatori grazie al preziosissimo operato della Bri (Brigade de Recherche et d’Intervention).

L’uomo, nelle more della decisione sulla consegna alle autorità italiane da parte della magistratura francese, è stato immediatamente associato nella casa circondariale di Tolosa, mentre la donna sottoposta all’ obbligo di firma in Francia.

Successivamente, i presunti rapinatori sono stati consegnati alle autorità italiane. Giunti in Italia, a Fiumicino, lui è stato associato presso il carcere “Regina Coeli” di Roma e la donna alla Casa Circondariale femminile di “G. Stefanini –Rebibbia” di Roma, per poi essere trasferiti rispettivamente nella locale Casa Circondariale, e nella Sezione femminile della Casa Circondariale di Verona Montorio a disposizione dell’autorità Giudiziaria rodigina. 

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