POLESELLA (Rovigo) – La frammentazione territoriale del nostro Polesine rappresenta spesso un ostacolo ai percorsi di rilancio delle prospettive economiche della provincia. Un territorio in forte calo demografico, che conta ben 50 municipalità, con 50 regolamenti, 50 modalità di applicazione segna il passo anche di fronte a idee che potrebbero rappresentare occasioni di sviluppo impensabili.
Qualche anno fa la proposta di costituire un parco fluviale della sinistra Po, in grado di mettere in rete le amministrazioni che si affacciano sul grande fiume, condividendo percorsi, infrastrutture e offerta anche privata, non aveva incontrato l’attenzione che potrebbe invece meritare oggi, di fronte alle prospettive di finanziamenti europei e nazionali rivolti alla sostenibilità, un rinnovato interesse. L’idea iniziale, che era stata promossa da Adriano Buoso e che avevo raccolto incanalandola ai colleghi dell’asta fluviale, ha trovato forse, nell’accordo ideale tra i comuni di Canaro, Polesella e Crespino, finalizzata all’istituzione di percorsi di visitazione condivisa per promuovere la rete museale composta da Muvig, Villa Morosini e Museo dell’Acqua, un primo nucleo di sensibilità. Ma già nei mesi scorsi, le municipalità della sinistra Po si erano accordate con il Consorzio Oltrepo Mantovano, per condividere l’opportunità di promozione di uno sviluppo sostenibile legato al fiume e ai suoi ambienti naturali, culturali e antropici. Il Parco fluviale della sinistra Po sarebbe il collante ideale per ampliare l’offerta, per costruire raccordo tra sistema pubblico e privato, per costruire una porta sistemica sul Delta del Po.
Turismo fluviale, intermodalità, cicloturismo, la ciclovia Venezia Torino, la valorizzazione dei prodotti tipici, gli sport come la pesca, l’ospitalità diffusa con la rete degli agriturismi e dei bed and breakfast, la promozione della cultura territoriale artistica, architettonica, di ingegneria idraulica, la civiltà delle acque, inserite in un contenitore complessivo, potrebbero trovare una risposta all’esigenza di abbattimento di confini e differenze miroterritoriali. Si tratta di un’idea che la Provincia, con il presidente Ferrarese, e la Regione con l’assessore Corazzari, entrambi stientesi, potrebbero tradurre in un programma concreto di azione e di governo. Difficilmente qualche comune starebbe fuori da questo contesto traino, riguadagnano al Polesine un protagonismo, in termini di sviluppo, che non può limitarsi a progetti imposti o prodotti da altri.
Leonardo Raito
Sindaco di Polesella