ROVIGO – Una nuova generazione di farmaci aiuterà i pazienti obesi e sovrappeso con complicanze già in atto. Sono poco conosciuti, si chiamano “analoghi del GLP-1” ed hanno già cambiato molte prospettive nella terapia del diabete, in particolare nei soggetti con maggior rischio cardiovascolare. Se ne è parlato ieri sera in sala Bellinazzi della casa di cura “Città di Rovigo” all’incontro multidisciplinare al quale sono stati invitati medici di medicina generale, endocrinologi, ginecologi, nutrizionisti, psicologi, cardiologi, esperti di medicina dello sport, reumatologi, infermieri e chirurghi bariatrici.
“L’uso dei farmaci analoghi del GLP-1, è un’ulteriore risorsa che può essere molto utile nel sovrappeso e nelle varie forme di obesità – ha spiegato la dottoressa Michela Armigliato, endocrinologa ed internista della casa di cura di via Falcone e Borsellino – L’obiettivo del trattamento non è solo la riduzione ponderale, ma soprattutto la prevenzione e il trattamento delle complicanze, al fine di migliorare la qualità di vita e ridurre la mortalità del paziente”. Non si tratta quindi e solo della possibilità di controllare il peso attraverso un farmaco utilizzato da alcuni anni per il diabete ma di controllare anche varie patologie che accompagnano la persona obesa come, ad esempio, il diabete, la sindrome metabolica, l’ipertensione arteriosa, le dislipidemie, l’epatosteatosi e la steatoepatite, la sindrome dell’ovaio policistico che spesso si accompagna ad infertilità, l’ipogonadismo maschile, le apnee del sonno. “Il calo ponderale raggiunto con questi farmaci può essere considerevole se associato ad una terapia comportamentale. Dagli studi dei prossimi anni si capirà il loro effetto anche sugli gli eventi più gravi di tipo cardiovascolare. Parliamo dei cosiddetti “Mace”: morte cardiovascolare, infarto e ictus non fatali, – aggiunge Armigliato – Sono farmaci già in circolazione e sono somministrabili, per il momento, con iniezione. Gli analoghi del GLP-1 non sono molto conosciuti ed utilizzati nella patologia dell’ obesità e la classe medica va formata adeguatamente, soprattutto dopo il forte rallentamento degli aggiornamenti in presenza dovuto alla pandemia. Vanno coinvolti tutti gli attori sanitari, non solo gli ospedalieri, ma anche, e soprattutto, la medicina del territorio ed i farmacisti: l’approccio integrato, multidisciplinare, è essenziale perché i migliori risultati si ottengono nel paziente seguito da un team di esperti nel tempo, attraverso interventi mirati che possono cambiare a seconda della fase della malattia”.