Care lettrici e cari lettori,
oggi voglio parlare di un tema per me molto importante, come la maggior parte di voi che mi segue sa, ovvero la violenza contro le donne.
Quando parliamo di violenza contro le donne intendiamo non solo la violenza fisica ma anche la violenza psicologica, violenza economica, che vede vittime non solo le mogli, le compagne e le fidanzate ma spesso, purtroppo, anche i figli delle stesse.
Proprio per questo sento la necessità di parlare spesso di violenza di genere per essere d’aiuto a tutte quelle donne che magari si sono convinte che quella che stanno vivendo è la normalità e non riescono a realizzare che, in realtà, il loro marito o compagno sta ponendo in essere delle condotte penalmente rilevanti che vanno denunciate e contro le quali possono tutelare se stesse e i loro figli.
La quotidianità familiare può essere scenario di diversi reati, pensiamo ai maltrattamenti, agli atti persecutori, ma anche alla violenza sessuale e alla violenza privata: si tratta di reati subdoli a fronte dei quali la vittima si sente spesso impotente e spaesata, non sapendo come reagire e a chi rivolgersi.
Nel corso degli anni e stante il preoccupante aumento dei casi di violenza di genere in Italia, il nostro ordinamento e le Autorità si sono finalmente dati da fare e, affiancandosi all’operato dei centri e delle Associazioni anti-violenza, hanno introdotto una serie di strumenti facilmente accessibili dalle donne vittime di violenza, anche qualora si trovino sotto il controllo costante del proprio aguzzino.
Vediamoli meglio.
Il primo importantissimo strumento previsto per aiutare le vittime di violenza è l’App YouPol: si tratta di un’applicazione scaricabile gratuitamente che permette non solo di chiamare il Numero di Emergenza Unico Europeo (112) o il 113 ma consente anche a chi la utilizza di chattare con la sala operativa e di inviare in tempo reale alla Polizia di Stato immagini, messaggi e video.
I contenuti inviati sono già geo-localizzati, il che significa che una volta ricevuto il file o il messaggio, gli agenti saranno in grado di comprendere da quale luogo lo stesso è stato inviato, così come la vittima potrà vedere qual è la centrale operativa più vicina.
Un altro, fondamentale, pregio di YouPol è quello di permettere di nascondere l’attività svolta con l’App, in modo tale da tutelare la vittima anche qualora il suo cellulare venisse controllato.
Occorre poi evidenziare che non è obbligatorio fornire i propri dati in quanto le segnalazioni possono essere fatte anche in forma anonima e da chiunque: non solo le vittime di violenza ma anche testimoni quali parenti o vicini di casa possono denunciare il fatto rimanendo in totale anonimato.
Un altro fondamentale strumento è l’App 1522: l’applicazione, evoluzione del sito www.1522.eu e della linea telefonica 1522 è scaricabile gratuitamente sia sui sistemi operativi iOS che Android e consente alle donne di chattare direttamente con le operatrici dell’help line o di attivare una chiamata rapida al numero 1522.
Si tratta di un’importante novità che dimostra una particolare sensibilità per tutte quelle vittime che, più di altre, faticano a chiedere aiuto, pensiamo ad esempio alle donne affette da mutismo o alle donne straniere che non conoscono bene l’italiano. App1522 è nata proprio per loro: oltre ad essere fornita di emergenza di luce e segnali sonori, è infatti disponibile in cinque lingue diverse (italiano, spagnolo, arabo, francese e inglese).
COSA NE PENSO IO?
Credo che questi strumenti siano assolutamente fondamentali per tutelare le vittime che, purtroppo, sono spesso controllate notte e giorno dal proprio aguzzino e, di conseguenza, sono impossibilitate a chiedere aiuto.
Ciononostante, invito tutte le donne che si trovano a dover subire umiliazioni, maltrattamenti e sopraffazioni a trovare il coraggio e la forza di rivolgersi ad un professionista e/o all’Autorità che sia in grado di garantire loro una protezione piena e completa, permettendo così alle stesse di riprendere in mano la propria vita il prima possibile.
Mai arrendersi e mai mollare, ricordatevelo!
Se avete delle domande o volete propormi un argomento di cui parlare, potete farlo scrivendo all’indirizzo e-mail dirittoetutela3.0@gmail.com o compilando il form che trovate sul sito www.studiolegalefois.it.
AVV. FULVIA FOIS