Un anno di indagini della Guardia di Finanza, coordinate dalla Procura di Rovigo, nei guai un professionista, sequestrati 400 mila euro 

ROVIGO – Importante operazione messa a segno dalla Guardia di Finanza rodigina che, nei giorni scorsi, ha dato esecuzione a un’ordinanza interdittiva e a una decina di perquisizioni e sequestri in provincia per circa 400.000 euro disposte dal Gip di Rovigo, Nicoletta Stefanutti.

Il provvedimento di sequestro ha riguardato numerosi conti correnti intestati a persone fisiche e associazioni operanti nel campo sociale, di cui il responsabile è amministratore o rappresentate legale e che si proponevano (anche nella denominazione) come di supporto al mondo dell’imprenditoria ovvero nei confronti di soggetti che necessitavano di finanziamenti.

Le indagini, condotte dal Gruppo di Rovigo sotto la direzione della Procura cittadina, si sono protratte per oltre un anno e hanno permesso di delineare le responsabilità di un professionista 71enne residente a Rovigo, ma operante in città che agiva in veste di intermediario finanziario pur non essendo iscritto all’albo.  

Secondo le ricostruzioni investigative, con riferimento al reato di truffa aggravata, l’indagato ha persuaso alcune persone, accomunate dalla necessità impellente di risolvere problemi di liquidità, a versare significative somme di denaro su conti correnti a lui intestati ovvero a società/associazioni sempre a lui riconducibili senza in realtà mai erogare ai clienti la liquidità che aveva promesso loro, anzi distraeva le somme ricevute dirottandole verso sue realtà economiche, inventando scuse per la mancata erogazione del prestito ovvero pretesti per non restituire le somme ricevute.  

Nei confronti delle vittime si accreditava, pur non essendolo, come intermediario finanziario in ottimi rapporti con il mondo bancario.

In almeno un caso, questa condotta ha impedito alla persona offesa di poter acquistare una abitazione all’asta, non avendo ricevuto il finanziamento promesso ma addirittura sborsando di tasca propria circa 15.000 euro per diventare socio di un’associazione tramite la quale ottenere il finanziamento perdendo anche la caparra anticipata per bloccare l’acquisto.

In un altro caso, l’indagato si proponeva come esperto consulente aziendale specializzato in ristrutturazione di posizioni debitorie nei confronti delle banche. Ottenuto un incarico dalla vittima di turno, (esposta nei confronti di alcune banche) non solo faceva naufragare l’operazione, poiché mai l’aveva avviata seriamente, ma riusciva a farsi dare (per intavolare la trattativa) circa 250.000 euro dirottati su un proprio conto privato, successivamente dirottati verso altre attività economiche facendone perdere le tracce. Inoltre, a fronte della legittima richiesta di restituzione delle somme versate dalla “vittima”, dopo tantissime insistenze essa si è limitata ad alcune decine di migliaia di euro.  

Per tali ragioni il responsabile è stato anche indagato per auto-riciclaggio (art. 648 ter 1 cp) e nei suoi confronti il Giudice ha disposto il divieto temporaneo di esercitare attività o amministrazione di impresa per 12 mesi.

L’attività di servizio in rassegna s’inserisce nel quadro delle rinnovate linee strategiche dell’azione del Corpo, volte a rafforzare l’azione di contrasto ai gravi contesti di illegalità economico-finanziaria, a tutela del sistema economico “sano” e degli imprenditori onesti e rispettosi delle regole che vedono lesi, da tali comportamenti fraudolenti, le leggi di libera concorrenza e di mercato.

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