Padusia domenica 3 novembre al teatro Indipendenza di Castelnovo Bariano presenta l’Evento in memoria di Giacomo Matteotti e Stefano Ravagnani 

CASTELNOVO BARIANO (Rovigo) – Padusia è un’associazione culturale basata sul volontariato. Nata nel 2015, diffonde da allora la storia locale riguardante l’ex Transpadana Ferrarese. Questa sino al 1815 appartenne a Ferrara, un lungo, sottile lembo di terra tra Canalbianco e Po, da Melara ad Ariano, dove la parlata è ancora estense, esprimendone l’ancestrale sensibilità collettiva.

L’ex sindaco Massimo Biancardi si complimenta con i ”i soci di Padusia per la loro disinteressata e preziosa ricerca d’archivio a onore della nostra terra. Ad inizio 2022 il loro sesto saggio, Io sono un uomo libero e onesto, a svelare dopo troppi decenni la matrice fascista di un assassinio feroce”.

Parliamo di Io sono un uomo libero e onesto. Stefano Ravagnani 1921-2021 nel centenario dell’omicidio. Documenti e atti giudiziari, Padusia, Castelnovo Bariano 1921, Tipografia Pixartprinting, pp. 132. Ricostruzione storica di Eugenio Martini, elaborazione storica di Riccardo Bolognesi. L’indice è scandito in premesse, quadro storico, fatti, documenti, atti giudiziari, foto d’epoca.

Stefano Ravagnani, bracciante 37enne, sposato con 8 figli, fu assassinato ad Arella, frazione castelnovese, da una squadraccia fascista a causa delle idee socialiste divulgate allora da Giacomo Matteotti. Nella sparatoria rimase casualmente ucciso dal fuoco amico il fascista bergantinese Vincenzo Zanella, che, poi, il regime mussoliniano esaltò come martire, trucidato dai sovversivi.

Alle politiche del 1919 i socialisti arrivarono al 73% dei suffragi, Giacomo Matteotti raggiunse circa 100 mila preferenze. Alle amministrative l’anno dopo i socialisti conquistarono tutti i 63 Comuni da Melara a Porto Tolle, la provincia più rossa d’Italia. Intanto scioperi agrari durissimi, braccianti contro padronato, che finanziò il fascio combattente rodigino. Nel 1921 dilagò lo squadrismo mussoliniano tanto che in Polesine vi furono una ventina di vittime, centinaia di feriti, la disarticolazione di ogni forma politico-sindacale matteottiana. A metà aprile tutte le amministrazioni comunali si dimisero. A metà maggio alle politiche i socialisti passarono dal 73% al 24% dei suffragi. A inizio dicembre l’assassinio del bracciante socialista Stefano Ravagnani e dello squadrista Vincenzo Zanella.

Il giallo politico.

L’8 dicembre 1921 in località Canton Giacomelli (Arella di Castelnovo Bariano) presso l’osteria di Pietro Castagnari fu rinvenuto il cadavere di Vincenzo Zanella (aveva la tessera del fascio di combattimento e una rivoltella automatica carica a sette colpi) Stefano Ravagnani era ancora vivo agonizzante, tanto dafare i nomi dei suoi assassini: Candido Casari e Oddone Zanella… morì nell’osteria stessa alle 3.30 di quella notte

L’omicidio politico fu pianificato dal fascio di Bergantino. Una ventina di fascisti assalirono l’osteria, bastonarono gli avventori davanti alla stessa. Solo Stefano Ravagnani, conosciuto dai fascisti, si rifiutò di uscire, dicendo, sono un libero cittadino, non faccio male a nessuno, sono qui solo per bere un bicchiere di vino. Allora Vincenzo Zanella lo assalì con un bastone e i due lottarono, sulla porta i fascisti Candido Casari e Oddone Zanella (cugino di Vincenzo) spararono circa dodici colpi di rivoltella all’indirizzo di Stefano Ravagnani, ma poiché i due erano avvinghiati, colpirono anche Vincenzo Zanella.

Allora Massa Superiore (l’odierna Castelmassa) aveva tenenza dei carabinieri, carcere mandamentale e pretura I carabinieri e il pretore Cesare Pagano avviarono le indagini per cui si risalì presto a colpevoli e mandanti. Ai primi di gennaio 1922 il pretore Pagano emise un mandato di cattura per gli assassini Candido Casari e Oddone Zanella e si avviò il processo che presto fece emergere la verità, certificata in agosto ma i due si erano subito dati alla macchia.

Il 28 ottobre 1922 con la marcia su Roma Mussolini andò al potere, un mese dopo una grande amnistia rimise in libertà centinaia di fascisti in carcere per gravi reati politici. Per effetto di questa il 4 maggio 1923 venne revocato il mandato di cattura per gli ancora latitanti Candido Casari e Oddone Zanella e chiesto il non doversi procedere per tutti gli imputati.

Durante il ventennio fascista la figura di Stefano Ravagnani passò nell’oblio, mentre quella di Vincenzo Zanella assurse all’eroismo. Gli venne intitolata una via a Bergantino, commemorato ogni anno con manifestazioni pubbliche ed esaltato dalla classica retorica nei libri di storia.

Solo il 9 ottobre 1945 la procura di Rovigo revocò il provvedimento di amnistia per Candido Casari, Oddone Zanella e gli altri squadristi. I due assassini furono incarcerati e l’11 novembre 1946 condannati. Il 9 febbraio 1948 una nuova amnistia li fece uscire dal carcere. Oddone Zanella aveva fatti 3 anni, Candido Casari 1 e 8 mesi.

Padusia, tramite il patrocinio comunale, domenica 3 novembre  alle 17 al teatro Indipendenza presenta l’Evento in memoria di Giacomo Matteotti e Stefano Ravagnani, due socialisti polesani vittime del fascismo, oltre al ricordo di una storia accaduta nel territorio di Castelnovo Bariano.

Ci sarà la mostra L’arte come ricordo e memoria, ciò insieme alla Presentazione del libro Io sono un uomo libero e onesto.

Il programma.

Oratori ufficiali: Maria Lodovica Mutterle direttrice della casa museo Matteotti; Monica Ferraccioli sindaca. Interverrà l’ing. Luciano Zerbinati curatore della mostra; in più gli autori del libro Riccardo Bolognesi ed Eugenio Martini

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