Confcommercio presenta uno studio realizzato con la Camera di Commercio che evidenzia le criticità, ma suggerisce buone pratiche

ROVIGO – Il presidente di Confcommercio Rovigo Stefano Pattaro non usa giri di parole per presentare uno studio realizzato grazie alla Camera di Commercio Venezia Rovigo che è “una fotografia della provincia, con dei numeri che non sono incoraggianti, ma vediamoli come una opportunità di miglioramento. Massima deve essere l’attenzione ai negozi di vicinato, piccole aziende che svolgono la propria attività spesso a conduzione familiare, anche perchè sono baluardo di difesa del territorio nei centri urbani. Sono l’unica arma che abbiamo contro la desertificazione dei centri urbani”.

Tiziano Minuzzo, responsabile per Confcommercio dello studio e delle dinamiche commerciali pensa al domani, guardando i dati dell’oggi che non sono incoraggianti e devono essere modificati. I problemi sono conosciuti: ètà media alta, contrazione dei nuovi nati, 61 individui a carico ogni 100 lavoratori, 27,6% di over 65 anni, in provincia di Rovigo solo un misero 10,5% della popolazione è under 15 anni.
La base sociale è molto più piccola della fetta di popolazione che sostiene, da cui l’evidenza di un equilibrio instabile.

Se a questo aggiungiamo una popolazione lavorativa molto anziana, l’indicatore della salute del commercio in Polesine, che sarebbe buono verso un punteggio di 100, sale drammaticamente a 208.

“Gli stranieri arrivano ormai al 10% – aggiunge Minuzzo – dal punto di vista politico il dato da comprendere è semplice: la popolazione invecchia, si lavora meno, bisogna innovare le politiche del lavoro considerando che le nuove generazioni hanno valori diversi dal passato. Un tempo si puntava alla stabilità ed alla continuità del lavoro. Oggi si parla di dinamismo, flessibilità.
Serve attrazione di manodopera straniera, con tutti i pro ed i contro del caso, non possiamo più farne a meno. L’incremento alla natalità non è sufficiente, ed attivare oggi politiche di incentivo alla famiglia sarebbe comunque un percorso troppo lungo.

La provincia di Rovigo al momento non è attrattiva. Ci sono spazi disponibili perché le attività chiudono.
Non è difficile individuare le strategie, il difficile è applicarle”.

La Regione Veneto oltre 10 anni fa con LR50 ha istituito i distretti del commercio, su ambito territoriale, contro il rischio di desertificazione dei centri storici.

“Non solo la vendita del bene, ma l’offerta di un valore aggiunto, l’esperienza dell’acquisto. Si mettono insieme aziende, iniziative, associazioni, amministrazioni, cittadini per poter offrire il quid in più per vivere il centro” ha dichiarato Minuzzo elencando gli obiettivi del distretto.

“Collaborazione forte tra imprese, dire chi siamo, portarci online, non solo con l’e-commerce, dobbiamo essere presenti online a 360 gradi, impegnamoci nella sostenibilità ambientale, valutiamo l’impatto ecologico perchè quelli green sono temi sensibili. Formazione continua sui commercianti, nuove competenze, condivisioni di spazi tra imprese diverse, integrazione e collaborazione con artisti e creativi locali” sono le buone pratiche che funzionano.

Gli slogan da recitare come un mantra sono: “Insieme si vince, il distretto riparte, alla scoperta del mio paese o il centro”, ed in merito ai negozi sfitti, che abbruttiscono il centro storico, l’invito a valorizzare almeno le vetrine. “Basterebbero anche mostre di elaborati fatti come concorso per scuole e ragazzini, per dare colore, per celebrare la vita piuttosto che la morte di una attività” conclude Minuzzo.

Francesco Antonich, vicedirettore di Confcommercio Unione metropolitana Venezia Rovigo ha ricordato che il progetto è stato reso possibile grazie a CCIA.

“Il cambiamento è la miglior difesa. Portiamo su Rovigo un insieme di strumenti già sperimentati in provincia di Venezia. Servono risorse, bisogna lavorare insieme, con la Regione, le associazioni di categorie e le amministrazioni” afferma Antonich.

Alberto Tagliapietra, responsabile per Venezia e Rovigo di Fidimpresa Veneto punta ad aiutare le aziende del territorio. “Da due mesi è stato aperto un ufficio fisico in sede provinciale di Confcommercio a Rovigo. Possiamo finanziare le aziende, le aiutiamo a reperire bandi, che ci sono, per turismo, commercio e servizi. Stiamo formando le banche del territorio per proporre le iniziative garantite da Fidimpresa.

L’iniziativa da proporre al Comune di Rovigo è la realizzazione di un plafond comunale per microinterventi, già fatti in Veneto, seguiti da Tagliapietra anche a Venezia, per i quali sono già stati spesi 10 milioni di euro. “Una messa a disposizione di risorse da parte del Comune che diventa un moltiplicatore di investimento grazie a Fidimpresa e gli istituti bancari. Si finanziano così piccoli interventi fino a 20-30 mila euro a beneficio di commercianti che non sono costretti a ricorrere direttamente al credito bancario. Un meccanismo molto utilizzato a Treviso per migliorare il decoro, le vetrine, con zero spese e con tassi di interesse molto bassi”.

Dalla voce del sindaco di Rovigo Valeria Cittadin la condivisione della filosofia di fondo ed una grande attenzione ai bisogni del commercio. “Condivido che ci sia bisogno di un cambio e di una crescita dei nostri commercianti, spesso troppo individualisti. Li capisco, per i sacrifici che fanno nell’esercizio dei propri negozi, ma auspico davvero in un cambio di mentalità che già vedo nei commercianti più giovani. Invito ad investire nella educazione al commercio ed all’impresa nei nostri giovani – conclude Cittadin – ribadendo che la proposta di attivare i plafond comunali è interessante – Vogliamo dare decoro e vita al centro storico ed il commercio è la cartina tornasole della buona salute di una città”.

Anche per il presidente della Provincia Enrico Ferrarese il documento condiviso è molto interessante. “Sono figlio di commercianti in un piccolo centro, una esperienza di vita totalizzante” dichiara Ferrarese.
“Sono dati che tornano anche a noi in Provincia – aggiunge il Presidente – siamo in un periodo di crisi, il commercio è fragile, soprattutto il commercio di prossimità. Sono deboli anche le amministrazioni e questo non favorisce la ripresa perchè dovrebbero essere soggeti che lavorano insieme, uno per l’altro.
Penso a negozi che trainano un centro, una comunità, ma anche ad amministrazioni che trainano il commercio. Sarebbe possibile, ma non succede, manca la scintilla.
Cerchiamo di farla scoccare, abbiamo bisogno di una politica condivisa dei piccoli passi”.

Matteo Zangirolami, assessore comunale al Commercio di Rovigo definisce lo studio uno strumento utile, una analisi accurata del territorio. “Si deve partire con la pianificazione, ma non si deve essere tifoso di uno solo tra tanti tipi di commercio: prossimità, centro commerciale, commercio online, ambulantato.

Il commercio vive del numero di presenze: se noi ci stiamo riducendo, dobbiamo creare nuove visite per aiutare il commercio. Salviamo l’esistente e salviamo gli attrattori, per esempio il tribunale. Chiudere un tribunale in centro storico significa farlo morire. Ogni goccia, oggi, risulta indispensabile. Dobbiamo invertire una tendenza negativa”.

Da Zangirolami la triste evidenza: “Sono saltati tutti i progetti dei distretti della provincia di Rovigo, compreso il distretto Rovigo centro. Un danno che è estremamente pesante, che ci fa competere ad armi impari con i territori confinanti”.

Servita su un piatto d’argento a Confcommercio, la questione, fino al momento evitata per delicatezza, visto che i progetti sono stati presentati da una diversa associazione di categoria, è stata raccolta da tutti: “Magari i prossimi li potremmo presentare noi…”.

One Comment
  1. tante belle parole…gia’…che rimarrano tali.Dette poi da chi tassa le imprese, senza dare nulla in cambio…

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