Lo Spi Cgil di Rovigo in piazza a Roma contro la Manovra

Biancardi (Spi Cgil Rovigo): “Si taglia la rivalutazione delle pensioni per premiare gli evasori. Disattesa la progressività fiscale, crescono le disuguaglianze”

ROMA – Una delegazione dello Spi Cgil di Rovigo si è recata venerdì 16 dicembre a Roma per partecipare alla manifestazione nazionale del sindacato contro la legge finanziaria. Una manovra economica che non aumenta le retribuzioni, taglia la rivalutazione delle pensioni sopra una certa soglia e premia l’evasione fiscale, innalzando la soglia del contante a 5mila euro. La manovra di bilancio si finanzia con il taglio della rivalutazione delle pensioni e con la tassazione degli extra-profitti, già prevista e solo in parte aumentata. I pensionati vengono trattati come bancomat, alla stregua di aziende che fatturano miliardi. La rivalutazione delle pensioni, dopo undici anni di attesa e in un periodo di forte rialzo inflattivo, era ed è una legittima richiesta. I pensionati in questi anni hanno visto i loro assegni ridursi fortemente. Il taglio ammonta a 3,7 miliardi, che nel triennio diventeranno 17, tolti per finanziare la rottamazione delle cartelle fiscali e l’innalzamento a 85mila euro della flat tax per le partite Iva. In questo modo, un lavoratore pagherà più del doppio di Irpef di un libero professionista e per un pensionato il carico sarà ancora più gravoso. Si parla di assegni mensili netti di 1600 euro, guadagnati con 40 anni di versamenti contributivi.

Resta la Fornero e aumentano le disparità di trattamento. “La tanto sbandierata cancellazione della legge Fornero – afferma Nicoletta Biancardi, segretaria generale dello Spi Cgil di Rovigo – non viene fatta, anzi, vengono introdotti provvedimenti tampone che creano ulteriore disparità di trattamento sulla base della continuità lavorativa e del numero di figli, non considerando le specificità dei diversi mestieri. La Cgil chiede da tempo l’uscita flessibile dal lavoro, a partire da 62 anni di età e 20 di contribuzione, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue.

Vogliamo inoltre il riconoscimento del lavoro di cura, e delle differenze di genere, e l’uscita con 41 anni di contributi a prescindere dall’età”.

“Se il Governo manterrà la manovra economica così come l’ha disegnata – conclude la segretaria generale Biancardi -, farà capire che un Paese più giusto non è nel suo programma e che la progressività fiscale, contenuta nella nostra Costituzione, di fatto viene disattesa, non solo facendo aumentare le diseguaglianze tra diverse categorie di lavoratori, ma premiando i furbi e gli evasori”.

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