ROVIGO – Sono tornati. Dopo l’esordio dell’anno scorso con la presentazione di “Le Eredità del Male” al Salone del libro di Torino, la coppia di autori polesani Corrado Antani & Ettore Mascetti è stata nuovamente ospite della principale kermesse italiana dedicata al mondo del libro e dell’editoria. Il 28 maggio uscirà infatti il loro nuovo romanzo, intitolato “Quella Cosa Pericolosa Chiamata Amore” che a Torino è stato presentato in anteprima per Golem Edizioni all’interno della prestigiosa collana “Ombre” dedicata al mondo del noir. Ne abbiamo approfittato per porre alcune domande su questa esperienza e per parlare del loro nuovo libro.
Siete di ritorno dal Salone del Libro. Abbiamo visto in Tv che è stata una nuova edizione record, con il numero di visitatori più alto di sempre. Com’è stata questa esperienza e come l’avete vissuta rispetto a quella dell’anno scorso?
“Quest’anno siamo rimasti tre giorni in quanto avevamo diversi appuntamenti fissati dalla nostra Casa Editrice. Abbiamo presentato, fatto interviste, incontrato fan e lettori, partecipato alla premiazione di un concorso. Solo l’ultimo giorno siamo riusciti a girare per il salone come dei normali lettori. L’emozione è stata ancora una volta enorme e ci servirà qualche giorno per sedimentare la portata di quello che abbiamo provato. Gli incontri con altri autori, con semplici lettori, i confronti, gli scambi sono talmente serrati e intensi che ti sembra di essere su una giostra. Solo quando scendi ti rendi conto realmente di quello che hai fatto”.
Però dopo il grande successo di “Le Eredità del Male”, che a quanto pare si avvia alla quarta ristampa, avevate la consapevolezza di non essere più degli sconosciuti. Non vi sentivate più a vostro agio?
“Da questo punto di vista anche l’anno scorso siamo stati accolti benissimo. Avere la fortuna di avere alle spalle una casa editrice conosciuta e rispettata ci ha dato fin da subito la possibilità di essere trattati “alla pari” con scrittori con produzioni ed esperienze molto più corpose della nostra. Quest’anno forse ci siamo mossi con più confidenza; aver fatto tante presentazioni ci ha aiutato ad essere più sciolti e spontanei”.
Il vostro nuovo libro, “Quella Cosa Pericolosa Chiamata Amore” ha sulla copertina una riproduzione di Piazza Garibaldi. Rovigo sarà ancora protagonista come nel precedente?
“Nelle nostre intenzioni l’obiettivo è sempre stato quello di scrivere una trilogia che avesse come protagonista l’intero territorio polesano. A nostro avviso non ha nulla da invidiare a location metropolitane o ad altre ambientazioni di solito utilizzare nei noir. La nebbia, i fiumi, le campagne ma allo stesso tempo i nostri edifici storici e il passato che ci accumuna, se impiegati in “modo narrativo”, possono rivelarsi davvero fonti di sorprese. In questo nuovo romanzo, oltre a Rovigo, il territorio protagonista sarà quello dell’alto e in parte medio polesine. Si parlerà di Castelmassa e soprattutto Trecenta con i suoi Gorghi e leggende”.

E la trama? Potete darci qualche anticipazione e dirci cosa vi ha ispirato nella sua realizzazione?
“Siamo partiti da due idee molto diverse. Antani voleva riprendere una pagina di storia importante ma trascurata di Rovigo mentre Mascetti aveva in mente una sorta di serial killer dalle abitudini assai particolari. Abbiamo fuso le due storie ed è uscito un libro che si sviluppa su tre piani temporali diversi che si ricollegano al presente e all’attualità in modo davvero sorprendente. Sono due i temi portanti di questo romanzo: il primo è l’amore, qualcuno ha detto che “ogni storia è una storia d’amore”, ma noi lo rendiamo un protagonista assoluto e alla fine forse un lettore attento si renderà conto che “l’amore sbagliato” è quasi il vero colpevole delle vicende criminali raccontate. Il secondo tema è quello che dà l’avvio alla storia: l’evasione dal carcere di Rovigo delle 4 terroriste nel 1982”.
Ancora una volta mescolate finzione a fatti storici realmente accaduti. Si può dire che questo è l’aspetto più importante del vostro stile come autori?
“Adoriamo raccontare vicende del passato e mostrare come quelle conseguenze possano avere dei risvolti nel presente, ma in questo romanzo alziamo l’asticella e facciamo qualcosa di ancora più coraggioso: riprendiamo dei personaggi noti, molti ancora in vita, e li intrecciamo alle nostre vicende senza mai chiamarli con i loro veri nomi. Alla fine, il lettore sa che sta leggendo un’opera di fantasia, ma si pone questa domanda: e se le cose fossero andate davvero così?”
Parlare dell’evasione delle 4 terroriste e di una ferita ancora aperta per la città vi avrà richiesto un gran lavoro di documentazione. Come siete riusciti a trovare quello che vi serviva?
“Abbiamo saccheggiato l’Accademia dei Concordi e moltissime biblioteche, abbiamo letto tutti i libri che parlano dell’evasione dal carcere di Rovigo: quello del protagonista del commando, Sergio Segio, quello dell’ex procuratore di Rovigo Curtarello che ha condotto le indagini e il bel libro di testimonianze di Raito e Zanirato. Infine, a libro ormai concluso, con piacere abbiamo riscontrato in “Atti di Piombo” di Garbellini la riconferma della nostra ricostruzione storica. A monte di tutto questo lavoro, mentre cercavamo la storia, ci siamo guardati ore e ore di “La notte della Repubblica” di Sergio Zavoli. L’unica vera e monumentale opera di ricostruzione storica sul terrorismo italiano e gli Anni di Piombo”.
In conclusione, dopo l’avventura di Torino inizierà il nuovo tour di presentazioni?
“La presentazione ufficiale di Rovigo sarà presso la libreria Libraccio di Corso del Popolo domenica 28 maggio alle ore 18.00. Vi aspettiamo numerosi. Chi ci segue tramite i canali social sarà poi informato di tutte le altre date”.
