Nella serata di venerdì 29 aprile presso l’ostello Amolara di Adria (Rovigo), si è svolto un incontro prolifico per parlare del commercio e del suo futuro nel territorio polesano e adriese
ADRIA (Rovigo) – “Adria e il suo commercio”, è questo il tema di cui si è parlato nella serata di venerdì 29 aprile presso l’ostello Amolara di Adria grazie a “Il Cantiere Adria”. Ospiti del presidente Federico Simoni sono stati Vittorio Ceccato, vicepresidente Confesercenti Venezia-Rovigo; Alvise Caninello, referente sviluppo imprese Confesercenti Venezia-Rovigo, oltre che manager del Distretto del Commercio di Mira e Zero Branco; Stefano Pattaro, presidente Confcommercio di Rovigo e Giovanni Vianello, vicepresidente Confcommercio Rovigo.
Questa tavola rotonda è iniziata con l’intervento proprio di Federico Simoni, che ha ribadito l’importanza del proprio “Cantiere”, di fare gruppo e trovare nuove idee per Adria e per il suo futuro. “Il Cantiere Adria è una fabbrica delle idee, un pensatoio per Adria, per rilanciarla sotto ogni punto di vista. Abbiamo bisogno di raccogliere idee, di avere idee dalle persone, ovviamente da parte di tutte le categorie di lavoratori e non solo”.
Esordisce Simoni. “L’obiettivo è ottenere proposte del territorio per portarne al territorio stesso e farlo crescere. Credo sia indubbio che tanti imprenditori vengono qua nel nostro territorio perché vedono opportunità, quindi serve anche una volontà politica per aiutarli a sviluppare al meglio la propria attività. In aggiunta sono del parere che le tante associazioni di categoria devono stare assieme per fare forza”.
Sottolineando: “Mi fa piacere che ci siano tante persone interessate e che hanno partecipato questa sera. Attendiamo con ansia il rinnovo delle cariche di Adria Shopping per vedere un rilancio importante di questa associazione di commercianti che sono una parte essenziale del commercio adriese”. L’intervento è arrivato anche dal presidente della Confcommercio di Rovigo, Stefano Pattaro: “Ho anche io un negozio e vivo anche io la vostra situazione di disagio e di continua difficoltà in questi ultimi anni.
Tutto sommato però non vi è stato un grande calo del commercio e delle attività aperte. Infatti nel 2019 erano presenti nella provincia di Rovigo 1.143 imprese del terziario. Nel 2021 sono arrivate a 1.119. Non sempre quindi una situazione cosi drammatica”. Sottolineando poi: “Cambia la nostra percezione e non il commercio in sé per sé. Dobbiamo fare tutti quanti una riflessione su come è cambiato il commercio, soprattutto con implementazione dell’interattivo. Siamo vittime di scelte politiche scellerate, in quanto costa sempre di più ogni singolo aspetto del nostro lavoro”.
Successivamente ha preso la parola Vittorio Ceccato: “Sicuramente l’innalzamento delle spese ha influito non poco. Tante persone fanno fatica a spendere, in quanto c’è poca propensione a guardare avanti al futuro con ottimismo. Adria è un punto di riferimento verso il Delta del Po poco sfruttata. Abbiamo un ente Parco importante e che dovrebbe dare la possibilità di flusso turistico di qualità e che potrebbe dare nuove possibilità.
Per questo il turismo va valorizzato facendo squadra, dando importanza alle associazioni di categoria che rappresentano il territorio”. Non è mancato l’intervento di Giovanni Vianello: “Mi riavvicino al commercio dopo tanti anni. Se qualcuno ci guadagna dall’acquisto online ci sono anche tanti che ci perdono a livello di centro storico. Siamo allo stesso punto di prima della pandemia. Tutto lo sviluppo del terziario è sempre a rischio dopo la crisi economica del 2009, pandemia e ora situazione in Ucraina. La sostenibilità ambientale va pagata e ci si deve impegnare tutti.
Le banche sono il primo soggetto che deve essere lungimirante facendo finanziamenti in modo giusto, ossia dare più agevolmente a chi fa bene all’ambiente. Ormai non c’è trasmissione dell’attività di padre in figlio e questo è un altro grosso danno a questo settore”. Infine è entrato nel dettaglio Alvise Caninello: “Adria e il Polesine non sono diversi da tutto il resto del Veneto. Vi rendete conto che le grandi catene non aprono più nei centri storici ma nei centri commerciali.
Amazon non vende niente è una grande logistica che ha capito bene come riuscire a seguire il mercato e facendo il massimo. La pandemia ha rafforzato tutto questo sistema di aiuto del commercio a livello interattivo, ma bisogna essere capaci di utilizzarlo nel miglior modo possibile, con i giusti strumenti”.