ROVIGO – “È veramente importante l’attività di ricerca che porta ad esaminare tempestivamente l’evolversi delle tante realtà che costituiscono la nostra economia veneta” afferma Massimo Zanon, Presidente della Camera di Commercio di Venezia Rovigo, in relazione ai dati raccolti grazie all’indagine VenetoCongiuntura relativa al secondo trimestre 2024.
E continua: “Noi offriamo i dati: al decisore pubblico, nazionale e regionale, per le proprie possibilità e funzioni prenderne atto ed attuare, se del caso, le eventuali contromisure. Registriamo, con un sospiro di sollievo, come le dinamiche congiunturali confermino una sostanziale tenuta e più ancora come le imprese guardino al prossimo trimestre con moderata fiducia.”
“La demografia d’impresa, per Venezia e Rovigo, – spiega Massimo Zanon – presenta risultati certamente accettabili (più per Venezia che per Rovigo) misurati nell’arco di un decennio ed avuto riguardo a quanto accaduto nel ’20 e nel ’21. Ciò significa che continuano ad esserci, nel territorio delle nostre province, persone che hanno voglia di fare impresa, che creano il proprio lavoro, per sé e per i collaboratori, affrontando le sfide del mercato. L’augurio è che fatturati e redditi compensino in modo adeguato lo sforzo imprenditoriale ed il rischio connesso.”
“Il nostro territorio – conclude il Presidente della Camera di Commercio di Venezia Rovigo – ha, peraltro, la chance del turismo per il quale, più ancora che per gli altri settori, i conti si fanno alla fine in quanto la stagionalità, soprattutto per il balneare, risente anche dell’andamento climatico.”
Nonostante l’incertezza causata dal protrarsi dei conflitti nell’Europa orientale, nel Medio Oriente e la crisi del Canale di Suez, i primi mesi del 2024 hanno confermato la tenuta delle principali economie mondiali. A livello regionale, nonostante i dati rivelino un quadro ancora debole dell’attività manifatturiera, la spinta proveniente dalla domanda estera lascia sperare in un graduale recupero della produzione industriale, con differenze settoriali marcate.
In questo contesto, l’industria veneziana e l’industria rodigina segnano andamenti mediamente migliori, rispetto alle variazioni regionali, nel secondo trimestre del 2024. Anche le aspettative degli industriali veneziani e rodigini sono più ottimistiche rispetto al resto delle province venete.
In base ai dati dell’indagine VenetoCongiuntura di Unioncamere Veneto, su un campione di 2174 imprese manifatturiere venete con più di 10 addetti, di cui 72 con sede a Rovigo e 217 con sede a Venezia, nel secondo trimestre 2024 l’industria veneziana e rodigina tiene rispetto al trimestre precedente.
Nel secondo trimestre del 2024, la produzione industriale regionale registra su base congiunturale una variazione destagionalizzata del -0,5% (+2,2% la variazione congiunturale grezza). La variazione su base annua della produzione manifatturiera segna una diminuzione del -1,2%.
A trainare, in provincia di Venezia, sono il settore dell’agroalimentare, in particolare il vitivinicolo, e i macchinari. In flessione, invece, il settore moda. La produzione è in lieve crescita rispetto al trimestre precedente (+0,5% congiunturale destagionalizzato), ma registra una lieve contrazione (-0,2%) rispetto al II trimestre 2023. Il fatturato totale aumenta a livello tendenziale del 2,2%, e anche gli ordinativi segnano variazioni positive: il mercato interno è in crescita dell’1,1% e quello estero del 2,5%. In miglioramento rispetto al trimestre precedente il grado di utilizzo degli impianti, che si attesta al 68%, e i giorni di produzione assicurati, che a fine trimestre si attestano a 60 (erano 54).
Il 41% degli imprenditori prevede un aumento della produzione con un saldo positivo di 11 punti percentuali tra ottimisti e pessimisti. Le prospettive per il fatturato sono di incremento per il 41% degli imprenditori, con un saldo positivo di 9 punti percentuali. Con riferimento agli ordini prospettive più ottimistiche verso il mercato estero, in aumento per il 46% degli intervistati, rispetto al mercato interno per il quale il 38% degli imprenditori prevede un aumento e il 33% una stabilità, con un saldo di 9 punti percentuali sulle previsioni di diminuzione.
A Rovigo, la produzione è in lieve contrazione nel confronto congiunturale destagionalizzato (-0,5%), ma registra un +0,1% a livello tendenziale, sostenuto dal settore agroalimentare e dalla gomma e plastica. Segnali di difficoltà dai settori collegati ai prodotti in metallo. Il fatturato registra una contrazione tendenziale contenuta al -0,4%. Per quanto riguarda gli ordinativi, si registrano andamenti differenziati tra il mercato interno (in diminuzione dell’1,3%) e quello estero (in crescita dello 0,2%). Il grado di utilizzo degli impianti si riduce al 59% e diminuiscono i giorni di produzione assicurati a fine trimestre che passano dai 59 del primo trimestre 2024 a 44.
Per quanto riguarda la produzione: il 48% degli imprenditori prevede un aumento, il 23% una diminuzione; il 29% una stazionarietà. Le prospettive per il fatturato sono di incremento per il 47% degli imprenditori, in notevole diminuzione rispetto alle previsioni del trimestre precedente. Con riferimento agli ordini prospettive meno ottimistiche sia verso il mercato interno che verso quello estero: la quota degli imprenditori prevede un aumento si attesta al 31% degli intervistati, al di sotto della media regionale.
Nella provincia di Rovigo si conferma il trend di contrazione delle localizzazioni. A fine giugno 2024 si contano 27.959 localizzazioni di impresa attive, con 210 unità in meno (-0,7%) rispetto al secondo trimestre 2023.
Analizzando i principali macrosettori di attività, il confronto su base annuale è negativo per i seguenti comparti: commercio con 126 unità in meno (-2,1%); agricoltura, dove si conta una perdita di 115 unità (-1,7%), industria (-1,2%, -35 unità), costruzioni (-0,4, -14 unità) e attività di alloggio e ristorazione (-0,6%, -12 unità). Per alcuni comparti notiamo invece una crescita, seppur lieve. Il settore delle attività professionali, scientifiche e tecniche cresce del 4,8% con 45 unità in più, seguito da noleggio, agenzie di viaggio, servizi alle imprese (+1,8%, +14 unità), da sanità e assistenza sociale (+6%, +14 unità), dall’istruzione (+5,4%, +8 unità) e dalle attività artistiche, sportive e di intrattenimento (+2,1%, +8 unità).
Nonostante la diminuzione delle sedi d’impresa dell’1%, rispetto a giugno 2023, si segnala l’aumento delle società di capitali con sede legale nel rodigino che crescono del 2,7% su base annuale e delle imprese con più di 100 addetti che registrano un incremento tendenziale del 10,9%.
Guardando ai dati sulle compagini imprenditoriali delle sedi di impresa, rispetto al primo semestre 2023, nell’area polesana registrano segni positivi le imprese a conduzione straniera, che crescono del 5,7% con 126 sedi attive in più. Allargando il confronto al decennio, la crescita ammonta a +251 imprese straniere, pari a +12,1%. Per le imprese giovanili la variazione sull’annualità precedente risulta invece negativa del 4%, con una perdita di 63 unità; allargando il confronto al 2014 il calo in valori assoluti ammonta a -832 unità (-35,6%). Anche le imprese femminili perdono 86 unità rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, corrispondente a -1,6% (-688 in confronto al 2014, pari a -11,3%) e continua il trend negativo per le imprese artigiane che calano dell’1,1%, perdendo 61 unità sul secondo trimestre 2023 (-1.424 sul 2014, pari ad un calo del 20,5%).
Focalizzando ora l’analisi sulle registrazioni di nuove imprese, nel periodo gennaio – giugno 2024 si contano nel Rodigino 654 iscrizioni di nuove imprese, dato in diminuzione del 9,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. Le cancellazioni non d’ufficio, che ammontano a 778, sono in flessione dello 0,6% su base annuale, ma comportano comunque un saldo negativo di 124 sedi d’impresa.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, i dati di Veneto Lavoro evidenziano che nel primo semestre 2024 il saldo tra assunzioni e cessazioni è positivo per tutte le province del Veneto ma in ridimensionamento rispetto all’analogo periodo del 2023. L’industria segna un bilancio positivo seppur in progressivo ridimensionamento rispetto al biennio precedente: le contrazioni sono collegate prevalentemente all’industria tessile, abbigliamento e calzature e dal metalmeccanico.
Nel terziario, trainato dai servizi turistici, il saldo relativo alla prima metà del 2024 risulta meno favorevole dell’anno precedente ma superiore ai livelli del 2022.
A Venezia le assunzioni, che ammontano a 97.965 unità, sono in contrazione del 5,3% rispetto ai primi sei mesi del 2023. Nello stesso periodo anche le cessazioni di rapporti di lavoro diminuiscono del 6,7%, portando ad un saldo positivo di 38.409 di posizioni lavorative.
A Rovigo la domanda di lavoro registra invece un incremento del +0,5%, superando le 16.500 assunzioni, ma il saldo di 3906 posizioni di lavoro inferiore rispetto agli anni precedenti a causa dell’incremento del 2,7% delle cessazioni.
Le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate nei primi sei mesi dell’anno sono in forte aumento rispetto al 2023, +30,5% per Venezia e +34,6% per Rovigo.
Per quanto riguarda i flussi turistici, attualmente la Regione Veneto ha reso disponibili i dati relativi al periodo gennaio-maggio 2024. Pur in mancanza dei dati della stagione estiva, le presenze sono in notevole aumento rispetto al 2023 (+12,5% per Venezia, +8,7% per Rovigo), e hanno più che superato i livelli del 2019.
Venezia assorbe il 45,7% delle presenze regionali, quota in crescita rispetto agli anni precedenti.
In forte incremento le presenze di stranieri che crescono del 36% in provincia di Rovigo (contro il -10,2% degli italiani) e del 16,6% nel Veneziano (contro il -2,7% degli italiani).
Pe quanto riguarda le strutture ricettive, quelle extralberghiere registrano ottime performance con incrementi di presenze del 19,1% in Polesine e del 21,3% in provincia di Venezia.
I dati Istat relativi ai flussi di importazioni ed esportazioni sono aggiornati a marzo 2024 e sono analizzati approfonditamente nel Report “Statistiche Import Export I trimestre 2024 – Venezia Rovigo”.
Il conflitto tra Russia e Ucraina, l’instabilità in Medio Oriente e nel Canale di Suez stanno creano incertezza nei mercati internazionali con ripercussioni sulle esportazioni dei nostri territori. Tra gennaio e marzo 2024, le imprese del territorio di Venezia e Rovigo hanno generato esportazioni per un valore di 1,97 miliardi di euro, rappresentando il 9,9% delle esportazioni regionali. Tuttavia, si registra una diminuzione del 10,6% rispetto allo stesso periodo del 2023 (234 milioni di euro in meno in valori assoluti), e del 3,8% rispetto al primo trimestre 2022. Questo risultato è inferiore sia al dato veneto (-5,1%) sia a quello nazionale (-2,8%).
In particolare, le esportazioni della Città Metropolitana di Venezia che si attestano, al 31 marzo 2024, a 1,51 miliardi di euro, diminuiscono del 12% rispetto al primo trimestre 2023.
I valori dell’export sono in flessione generalizzata per tutti i settori rispetto al 2023 ad eccezione del settore alimentare i cui flussi in uscita aumentano del 3,4%, con il comparto bevande che segna un +9,5%. In flessione i dati registrati nei settori manifatturieri tradizionali per l’economia veneziana, come moda e vetrario. In flessione anche i prodotti petroliferi raffinati, i macchinari, gli aeromobili e veicoli spaziali ed i metalli di base preziosi.
Nel primo trimestre del 2024, le esportazioni dalla provincia di Rovigo hanno totalizzato poco più di 454 milioni di euro, in diminuzione del 5,6% rispetto allo stesso periodo del 2023. In crescita alcuni comparti importanti per l’economia locale, come le macchine per l’agricoltura e silvicoltura, seconda voce dell’export polesano, il comparto tubi, condotti e profilati cavi, il settore dei mobili, i prodotti delle colture agricole non permanenti, pesci ed altri prodotti della pesca e gli articoli di abbigliamento. In flessione l’export di articoli in materie plastiche, prodotti chimici di base, altri prodotti chimici, altre macchine per impieghi speciali, granaglie e prodotti amidacei, parti ed accessori per autoveicoli, bevande, macchine di impiego generale e vetro e prodotti in vetro.
Rispetto al primo trimestre 2023, a Venezia e Rovigo le importazioni registrano una diminuzione del 24,6%, raggiungendo un valore di poco inferiore a 2,67 miliardi di euro. Contrazione anche in confronto allo stesso periodo del 2022 (-29,2%). Questa riduzione delle importazioni è attribuibile al progressivo aggiustamento dei costi dei beni energetici e delle materie prime sui mercati internazionali nonché al contemporaneo riassestamento dei fenomeni inflazionistici a livello globale. La quota di contribuzione di Venezia e Rovigo alle importazioni del Veneto scende dal 20,4% del 2023 al 17,4% del 2024. In particolare, si evidenzia una significativa diminuzione nei valori dei flussi in entrata di gas naturale a Rovigo e di prodotti chimici, estrattivi e alimentari a Venezia.
Nel primo trimestre 2024 il saldo import export è negativo per 698 milioni di euro, ma decisamente migliore rispetto allo stesso periodo del 2023 quando si attestava a -1.333 milioni.