ROVIGO – Martedì 26 aprile, presso la sala conferenze del Seminario di Rovigo, l’Università Popolare Polesana ha organizzato un incontro col professor Diego Crivellari, docente di filosofia, presidente del Cur, il cui tema era il pensiero e la vita del filosofotedesco Friedrich Nietzsche. Una appuntamento fortemente voluto dalla Direttrice dell’Università, dottoressa Bertilla Gregnanin, con un docente che è stato sempre apprezzato dai suoi studenti per le performance culturali.
Il relatore ha iniziato citando una descrizione che fa di lui l’amica e musa ispiratrice Lou Andreas Salomè, scrittrice e psicoanalista tedesca di origini russe: nulla che desse nell’occhio, poteva passare inosservato, difficile immaginarlo in mezzo ad una folla, tendente alla solitudine, dai tratti gentili ed eleganti, dai modi cortesi.
Nietzsche era uno studente di grande talento con propensione per la musica, ma la salute cagionevole ha fortemente limitato le sue relazioni, anche sentimentali. Nasce nei pressi di Lipsia nel 1844, vive in un contesto luterano da cui si allontana fin da giovane, studioso di filologia che definisce l’arte di leggere lentamente, a soli 25 anni ottiene la cattedra di lettere classiche all’Università di Basilea e rinuncia alla cittadinanza prussiana diventando apolide. A 34 anni abbandona l’insegnamento e vive con una piccola pensione, i luoghi che frequenta, oltre alla Svizzera, sono in Italia: Genova Rapallo Venezia Messina, Torino che ama in modo particolare dove trascorre l’ultima parte della sua vita prima del ricovero in un ospedale psichiatrico.
Muore nel 1900, la sorella Elizabeth porta a sistemazione la sua opera, rimaneggiandola in modo arbitrario con la mentalità dell’epoca, solo nel secondo dopoguerra filosofi come Giorgio Colli e Mazzino Montinari iniziano la divulgazione scientifica del pensiero di Nietzsche. Contro la filosofia astratta e metafisica Nietzsche dice che il pensiero non deve uniformarsi ad una ideologia e non deve prospettare alcuna soluzione collettiva, ma deve svilupparsi in modo individuale. Il bene e il male non sono assoluti, sono relativi a seconda di come sono collocati nel mondo. Il “super uomo” niciano, secondo il filosofo Vattimo, non è la traduzione esatta, ma è “oltre l’uomo”, un percorso individuale dove ognuno si dibatte tra dubbi e certezze. Accetta la mancanza di senso della vita, per cui contesta la religione e la trascendenza, la salvezza eterna non esiste, la materialità è quello che, secondo Nietzsche, è parte unica nel caos cosmico.
L’eterno ritorno non è una semplice riproposizione di momenti, ma serve a rompere con la lineare concezione del tempo, ciò che si ripete è il mutare, il cambiamento, il divenire; ogni attimo deve essere vissuto senza guardare troppo al passato e al futuro, come fosse un compimento in sé della propria esistenza. Nietsche non ha tracciato nessuna prospettiva, sbagliato associarlo a qualsivoglia ideologia politica, risulta più vicino all’anarchismo e al nichilismo. Al termine della lezione diverse sono state le domande al relatore, segno che la trattazione sul filosofo tedesco ha vivamente interessato la numerosa platea di corsisti, il tema era certamente complesso ma il modo di presentarlo del prof. Crivellari lo ha reso di più facile comprensione.