ROVIGO – “La fine di Casa Serena pare ormai arrivata, dopo diversi decenni di servizi socio-assistenziali garantiti presso la struttura di Casa Serena, ora si arriva al capolinea con conseguente migrazione e spostamento di alcuni ospiti, fino ad oggi residenti nell’immobile sito nel quartiere Commenda, verso la struttura di San Bortolo” afferma Mattia Moretto, consigliere comunale di Rovigo ed in Provincia dopo aver appreso della volontà di sgombero della struttura di via Bramante a Rovigo.
“E poco importa, purtroppo, di sentimenti, abitudini e relazioni costruite dagli ospiti che chiedevano di trascorrere gli ultimi anni delle loro vite in tranquillità. Ma se a questi va male, a diverse decine di inquilini rischia di andare ancora peggio, posto che, lettera di “sfratto alla mano”, non hanno la più pallida idea di come sarà il loro destino“.
Ma perché tutto questo?
“È risaputo che da poco più di un quinquennio la realtà di Iras vive una situazione economica- finanziaria particolarmente sofferente, dovuta a scelte gestionali pregresse, a mancanza di lungimiranza della politica e a politiche regionali in tema di sanità e servizi socio-assistenziali che hanno sempre mirato alla maggior premiazione e incentivazione del privato rispetto al pubblico” afferma Moretto.
“La risposta a questa sofferenza l’abbiamo ravvisata nel luglio del 2016 quando la Regione Veneto, ente che ha il controllo di Iras, ha optato per un commissariamento dell’allora consiglio di amministrazione (nominato dall’ex sindaco Massimo Bergamin che vedeva Pierantonio Moretto vice presidente), al fine mettere in atto tutte le azioni possibili volte ad arginare il rapido ed inesorabile declino della nostra casa di riposo e, laddove possibile, garantirle un futuro roseo.

Si è pensato, insomma, che per risolvere i problemi presenti, che di certo non sono nati nel luglio del 2016 ma che di certo nascono un quinquennio prima, bastasse procedere a commissariare l’ente.
Con il senno del poi, niente di più sbagliato” ribadisce Moretto.
Ad oggi le problematiche di natura economico – finanziaria paiono persistere. Tre sono stati i commissari che si sono susseguiti nel corso di questi ultimi sei anni e, a parte quello attuale, Ezio Zanon che dimostra di essere deciso e pragmatico nel portare avanti il disegno prospettato da Iras, ad essere onesto, poco o nulla si ricorda in termini di azioni concrete generatrici di benefici poste in essere dai due precedenti.
Ora, credo occorra essere chiari e fare una distinzione tra quanto nell’interesse di Iras e quanto nell’interesse del Comune, proprietario della struttura di Casa Serena, data in gestione ad inizi anni 2000 gratuitamente, mediante convenzione, ad Iras per 99 anni.
Da una parte abbiamo un ente (Iras) che deve cercare di salvarsi e che deve porre in essere un freno al declino che, ormai, lo attanaglia da diversi anni e che per farlo crede che la soluzione migliore sia quella di recedere dalla Convenzione, restituendo l’immobile di Via Bramante al Comune (legittimo proprietario), e consolidare le sue presenze nella sola struttura di San Bortolo. Ottica manageriale più che corretta, che garantisce l’assoluta copertura dei costi.
Dall’altra parte vi è il Comune che non sa che pesci pigliare e che non vorrebbe in nessun modo vedersi ritornare l’immobile di Casa Serena per due semplici motivi: non saprebbe cosa farne, ma soprattutto dovrebbe restituire in termini economici, come da convenzione firmata, quota parte degli investimenti di miglioria sostenuti nel corso degli anni da Iras (diversi milioni di euro).
In questo braccio di ferro, però, ciò che lascia sbigottiti ed amareggiati è la non curanza di ospiti e personale che da decenni vedono in Casa Serena una seconda casa.
Diverse sono state le grida di allarme che ho avanzato nei confronti dell’Amministrazione Comunale (che di certo non può trincerarsi dietro al fatto di non avere voce in capitolo, posto che sono i nostri concittadini che vivono e lavorano lì dentro) affinché si trovasse una soluzione che garantisse una corretta e proficua prosecuzione della storia gloriosa della nostra Casa di Riposo ma, purtroppo, i risultati ai quali siamo arrivati quest’oggi testimoniano come sia rimasto inascoltato.
Molto si poteva fare, se vi fosse stato l’interesse di combattere per questa nostra realtà ma, invece, poco o nulla è stato fatto. Ecco proprio l’interesse, a mio avviso, è mancato ” conclude amareggiato Mattia Moretto.
La speranza per il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Nodari è quella di un “sussulto di umanità e di orgoglio” affinchè “qualcuno si metta la mano sul cuore e lavori per evitare questa sconfitta e riportare un po’ di serenità in Città e nei volti delle centinaia di persone che, con funzioni diverse, vivono quotidianamente la nostra Casa Di Riposo e che, senza dubbio, non meritano tutto questo” conclude il consigliere comunale.