Zelo nel passato come paese ricco di vita

Una storia lunga e particolare quella della frazione di Giacciano con Barucchella, che ha visto un'attività fiorente (Rovigo)

GIACCIANO CON BARUCCHELLA – A cavallo del Canalbianco e unita dal ponte asburgico, la frazione baruchellese di Zelo (o Gelo o Zelle, ciò dai freddi antichi), secondo i documenti archivistici, già dal 10° secolo risulta come fondo rurale.

Del 1087 una testimonianza scritta accenna all’oratorio di S. Martino di Zelo, dipendente dalla pieve di Trecenta. Poi alluvioni varie sino alla Bonificazione Bentivoglio dei primi del ‘600, dipendendo da Ferrara.

Nel 1815 passa a Vienna ne il 1° gennaio 1859 per volontà popolare il Comune di Zelo si unisce al vicino di Giacciano con Baruchella, la storia attuale, quella italiana dopo il 1866. Il ponte sul Canalbianco (via d’acqua confinaria) rappresenta l’unione del mondo ferrarese con quello rodigino. a Sx del manufatto si parla veneto, a dx emiliano.

La prima vera chiesa risale al 1896, dedicata a S. Andrea Apostolo e fu distrutta il 2 marzo 1945, quando le bombe alleate incenerirono il ponte austriaco. Ci furono una decina di morti e la chiesa, quella attuale, fu ricostruita tra il 1963 e il ’67. La torre campanaria, risalente al 1724, alta 33,5 m., si salvò e si può ammirare ancor oggi.

La storia iconografica della piccola frazione (a fine luglio contava 197 abitanti su un Comune di 2030) la possiamo ricostruire dalla memoria collettiva del pensionati zelesi, la maggioranza assoluta, quella del ‘900, quando il paese, tagliato dalla statale 482 era dinamico e vivo. ora solo morto e spopolato, come un po’ dappertutto.

Documento incontrovertibile è il bel volume Saluti dall’Alto Polesine. Cartoline d’epoca della prima metà del Novecento, Padusia Editrice 2021. Zelo è ritratta alle pp. 251-263.

Suggestiva l’immagine del 1917. Bella cartolina che ritrae il Canalbianco con il bel ponte viennese (non ancora rialzato), la chiesa tardo-barocca e i palazzi in riviera; tante le barche sul fiume.

Il boom economico degli anni ’60 è rappresentato dal grattacielo in una cartolina del 1964. “Una costruzione decisamente insolita per il numero dei piani in via oratorio”.

Due palazzi simili li troviamo nella vicina Badia Polesine, un altro a Ostiglia. Sino agli anni ’70 a Zelo c’era tutto: trattoria, bar, scuola, chiesa, ufficio postale,condotta medica, parroco stabile, ristorante, cinema, traffico. La vita gravitava su San Pietro Polesine e Trecenta, meno su Baruchella, un malinconico amarcord ormai consegnato ad un irripetibile passato poco recente.

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