ROVIGO – Lo comunicano dalla Uil Cristiano Maria Pavarin Segretario Generale Uil-Fpl Rovigo, Riccardo Mantovan Segretario Generale Cgil Fp Rovigo e Massimo Zanetti Segretario generale Uil P.A Pd-Ro. Anche i lavoratori pubblici polesani saranno in prima fila con i loro rappresentanti, sabato prossimo, nella grande manifestazione di Roma.
Perché la scelta di tornare in piazza?
“Perché il quadro che emerge dal Piano Strutturale di Bilancio ripropone le politiche di austerità che hanno già indebolito il nostro sistema sociosanitario nel recente passato: tagli alla spesa pubblica, nessuna attenzione destinata al welfare, in particolare alla sanità pubblica, nessun investimento sul personale che quotidianamente garantisce i beni e i servizi pubblici nel nostro Paese. Per queste ragioni, le categorie del pubblico impiego di Cgil e Uil, hanno ritenuto non rinviabile un segnale di forte contrarietà alle queste politiche, rivendicando un cambio di passo proprio nella discussione della legge di bilancio. Il diritto alla salute, a servizi pubblici efficaci, a salari dignitosi sono pilastri fondamentali della nostra società, diritti universali sanciti dalla Costituzione.
Il rinnovo dei contratti del settore pubblico è una delle vertenze cruciali nella più generale vertenza sui salari, che vedono il Governo non dare risposte adeguate. Risposte che non arrivano nemmeno dalle parti datoriali private. Dunque, manifesteremo per rimettere in moto un sistema bloccato che fa fatica a garantire diritti fondamentali, a qualificare le prestazioni attraverso un adeguato riconoscimento salariale a fronte della perdita di dieci punti percentuali a causa dell’inflazione. Le rinnovate politiche di austerità toccano non solo la sanità, ma tutti i settori pubblici, compresi quelli della sicurezza e della sicurezza sul lavoro. La carenza di personale è ormai una regola e le condizioni di lavoro continuano a peggiorare esponendo a rischi e aggressioni. La precarietà è sempre più presente e condanna intere generazioni all’incertezza permanente. E sempre più cresce e si diffonde la privatizzazione di servizi essenziali.
In testa c’è il rilancio del Servizio sanitario nazionale: le condizioni in cui versano i pronto soccorso e gli operatori sanitari, la carenza dell’assistenza territoriale, il prolungamento delle liste d’attesa, le mancate risposte a non autosufficienza e disabilità, giorno dopo giorno, rappresentano una minaccia per milioni di cittadini che in molti casi hanno smesso di curarsi, anche da noi. Solo che lo fanno in silenzio, rassegnati. Ma noi non ci rassegniamo e protestiamo anche per loro, oltre che per il progressivo impoverimento di lavoratrici e lavoratori, di pensionate e pensionati, costretti a fare sempre maggiori sacrifici per affrontare la propria cura o quella dei propri cari.
Per invertire questa tendenza e rafforzare il sistema dei servizi pubblici CGIL e UIL rivendicano: un piano straordinario di assunzioni e l’incremento delle risorse destinate ai rinnovi dei Contratti collettivi; la stabilizzazione dei precari; il contrasto ai processi di privatizzazione, anche quelli striscianti come nel caso dell’Iras; l’aumento del finanziamento al Sistema Sanitario Nazionale, sia in termini assoluti che in rapporto al PIL per abbattere le liste d’attesa; il rilancio dell’assistenza territoriale; il rafforzamento della rete ospedaliera, la costruzione e il rafforzamento le reti di sostegno alle persone anziane, a partire dalla garanzia di risorse per la non autosufficienza, in un Paese che invecchia sempre di più. Con un “inverno demografico” particolarmente forte nel nostro Polesine.
A questi obiettivi non possiamo non collegare la nostra battaglia per il contrasto all’attuazione dell’autonomia differenziata che ci ha visti protagonisti nella raccolta firme per il referendum che ne chiederà l’abrogazione” comunicano dal sindacato.
One Comment
il sindacato e relativi sindacalisti diano lorol ‘esempio su come si conduce una azienda;la relevino,e la gestistano in proprio….a misura sindacale.intanto le bandiere le potete arrotolare