Significativo incontro sulla vicenda di Julian Assange con la giornalista di inchiesta Stefania Maurizi e il Vice presidente di Amnesty International  

ARQUÀ POLESINE (Rovigo) – Sabato 13 aprile alle 17 presso la sala multimediale della scuola materna di Arquà Polesine (via Garibaldi 2) un significativo incontro sulla vicenda di Julian Assange con la giornalista di inchiesta Stefania Maurizi e il Vice presidente di Amnesty International Italia Floriano Zini.

Per l’organizzazione dell’incontro c’è stata una grande collaborazione e sostegno da parte di: Comune di Arquà Polesine, la locale biblioteca comunale, il Comitato Veneto per Assange, Free Assange Italia, Amnesty International e Voci per la Libertà.

In apertura i saluti del Sindaco di Arquà Polesine la dott.ssa Chiara Turolla e del Presidente dell’Associazione Voci per la Libertà Giovanni Stefani. Clou dell’incontro che sostiene la richiesta di libertà per Julian Assange gli interventi di Stefania Maurizi autrice de “Il potere segreto. Perché vogliono distruggere Julian Assange e Wikileaks” e Floriano Zini, il Vice Presidente di Amnesty International – Italia che fin dall’inizio sostiene la campagna Free Assange; il tutto moderato dalla giornalista Natascia Celeghin.

Amnesty International si oppone fermamente all’eventualità che Julian Assange sia estradato o trasferito in ogni altro modo negli Usa, dove rischia di subire gravi violazioni dei diritti umani, tra cui condizioni di detenzione che potrebbero equivalere a tortura e altri maltrattamenti, come un prolungato isolamento. Il fatto che sia stato obiettivo di una campagna ostile promossa da funzionari Usa fino ai più alti livelli compromette il suo diritto alla presunzione di innocenza e lo espone al rischio di un processo iniquo. Gli incessanti tentativi del governo Usa di processare Julian Assange per aver reso pubblici documenti riguardanti anche possibili crimini di guerra commessi dalle forze armate statunitensi non sono altro che un assalto su larga scala al diritto alla libertà d’espressione. Julian Assange è attualmente detenuto nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, nel Regno Unito, sulla base della richiesta di estradizione degli Usa per accuse che derivano direttamente dalla pubblicazione di documenti segreti nell’ambito del suo lavoro con Wikileaks. La pubblicazione di documenti da parte di Julian Assange nell’ambito del suo lavoro con Wikileaks non dovrebbe essere punita perché tale attività riguarda condotte che il giornalismo investigativo svolge regolarmente nell’ambito professionale. Processare Julian Assange per questi reati potrebbe avere un effetto dissuasivo sul diritto alla libertà di espressione, spingendo i giornalisti all’autocensura per evitare procedimenti giudiziari.

Il libro di Stefania Maurizi, edito da Chiarelettere e vincitore del Premio Alessandro Leogrande 2022, è la storia di un’incredibile congiura nel racconto della giornalista che ha pubblicato i principali scoop dai documenti segreti di WikiLeaks e con le sue inchieste sul caso sta contribuendo in maniera decisiva alla battaglia per salvare Julian Assange e i suoi giornalisti.

«Questo è un libro che dovrebbe farvi arrabbiare moltissimo. Se crediamo di vivere in una democrazia, dovremmo leggere questo libro. Se ci sta a cuore la verità e una politica onesta, dovremmo leggere questo libro» – dalla prefazione di Ken Loach.     «”Il potere segreto” è veramente un libro straordinario, risultato di anni di lavoro su una vicenda che tutti hanno abbandonato ma che invece ha molto da raccontarci: il caso Julian Assange» – Riccardo Iacona, giornalista e conduttore di Presadiretta.

Nella cella di una delle più famigerate prigioni di massima sicurezza del Regno Unito, un uomo lotta contro alcune delle più potenti istituzioni della Terra che da oltre un decennio lo vogliono distruggere. Non è un criminale, è un giornalista. Si chiama Julian Assange e ha fondato WikiLeaks, un’organizzazione che ha profondamente cambiato il modo di fare informazione nel XXI secolo, sfruttando le risorse della rete e violando in maniera sistematica il segreto di Stato quando questo viene usato non per proteggere la sicurezza e l’incolumità dei cittadini ma per nascondere crimini e garantire l’impunità ai potenti. Non poteva farla franca, doveva essere punito e soprattutto andava fermato. Infatti da oltre dieci anni vive prigioniero, prima ai domiciliari, poi nella stanza di un’ambasciata, infine in galera. È possibile che a un certo punto venga liberato, oppure rimarrà in prigione in attesa di una sentenza di estradizione negli Stati Uniti e poi finirà sepolto per sempre in un carcere americano. Con lui rischiano tutti i giornalisti della sua organizzazione. L’obiettivo è distruggerli e farlo in modo plateale. Stefania Maurizi è l’unica giornalista che ha lavorato fin dall’inizio, per il suo giornale, su tutti i documenti segreti di WikiLeaks, a stretto contatto con Julian Assange, incontrandolo molte volte. Ha contribuito in maniera decisiva alla ricerca della verità, citando in giudizio quattro governi – gli Stati Uniti, l’Inghilterra, la Svezia e l’Australia – per accedere ai documenti del caso. Gli abusi e le irregolarità emersi da questo lavoro d’inchiesta sono entrati nella battaglia legale tuttora in corso per la liberazione del fondatore di WikiLeaks. In queste pagine ripercorre tutta la vicenda, con documenti inediti, una narrazione incalzante e sempre puntuale. La storia di una vendetta silenziosa ma feroce. Un libro cruciale su un caso decisivo del nostro tempo.

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