Cambio di conteggio della accompagnatoria agli anziani, la preoccupazione della Uil Rovigo

Gino Gregnanin e Cristiano Maria Pavarin esprimono preoccupazione per la riforma dell'indennità di accompagnamento che verrà graduata secondo lo specifico bisogno assistenziale dell’anziano 

ROVIGO – Il 19 gennaio il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge che introduce deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane. “Ci sono aspetti condivisibili ma anche alcuni che valutiamo con preoccupazione. In particolare, quelli che riguardano la riforma dell’indennità di accompagnamento. Secondo le previsioni, infatti, dovrebbe essere introdotta una nuova prestazione che si spiega verrà graduata secondo lo specifico bisogno assistenziale dell’anziano e che sarà erogabile sotto forma di trasferimento economico, come è attualmente, o di servizi alla persona. La scelta, è stato spiegato, è a carico del beneficiario. Quello che non è stato spiegato è se e quanto, nel caso della scelta dell’erogazione economica, verrà tagliato in servizi  e quanto aumenteranno, come previsto, gli importo delle prestazioni o, viceversa, quanto verrà ridotta l’indennità nel caso di scelta di alcuni servizi”.

Lo evidenziano Gino Gregnanin, Coordinatore provinciale Uil Rovigo e Cristiano Maria Pavarin, Segretario generale Uil Fpl Rovigo.

“Il punto è che ai fondi di spesa per i malati non autosufficienti viene messo un tetto limitato. E l’indennità, sin dal momento della sua introduzione, nel 1980, ha rappresentato una sorta di compensazione economica per il superamento, secondo il dettato costituzionale, degli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Non è solo una somma che serve a comprare una carrozzina o pagare una badante, ma serve per colmare un gap del diritto alla cittadinanza a fronte di difficoltà che diventano anche economiche, non solo per l’invalido ma anche per il suo nucleo familiare e per i cosiddetti caregiver, anche perché spesso ci sono familiari che si fanno carico dei parenti non autosufficienti e che, per questo, vedono anche il proprio reddito intaccato pesantemente. Pensare, come qualcuno ha fatto, che pagare le bollette o fare la spesa con quei 500 euro sia sbagliato dal punto di vista etico-morale è profondamente sbagliato, perché invece è proprio il senso profondo di quell’erogazione di denaro. E non è certo più morale, ma forse più utile alla classe politica, spostare questi soldi dai beneficiari a chi eroga servizi privati”.

“A proposito di servizi e privati, guardiamo con preoccupazione anche al Sistema Nazionale Assistenza non autosufficienti – sottolineano Gino Gregnanin e Cristiano Maria Pavarin -che se ha il merito di riunificare e rendere più agevoli alcuni percorsi assistenziali, domiciliari, residenziali e terapeutici, dall’altra rischia di essere una sorta di canale parallelo rispetto al Servizio sanitario nazionale, di fatto facendo uscire da quest’ultimo proprio i non autosufficienti. Chiediamo, dunque, molta attenzione a questi aspetti quando sarà il momento di affrontarli in parlamento, ricordando sempre che il focus deve essere sul migliorare la condizione dei non autosufficienti e le loro famiglie e non certo peggiorarle in nome di non si sa bene quali altri principi”.

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